Nella totale confusione generata da una legge per l’abolizione delle province, si prospetta un lungo periodo di interregno nelle more della definizione dell’entità e delle funzioni dei Liberi Consorzi.
Una serie di provvedimenti indispensabili la cui attuazione, sarà, di certo, assai più difficile del varo della stessa legge. Quelli stessi che l’hanno concepita, a cominciare dallo stesso Crocetta, sembrano avere idee abbastanza confuse.
Senza ancora essere in grado di sapere a che cosa si andrà incontro, uniche ad avere idee e progetti chiari sono quelle comunità che, soffocate da decenni nelle loro smanie di protagonismo e di supremazia amministrativa, non hanno perso tempo per proporsi come capofila di ipotetici nuovi consorzi di Comuni.
Una delle comunità siciliane con maggiori aspirazioni di sganciarsi dall’attuale capoluogo e diventarlo a sua volta (anche se, forse, questa terminologia non esiterà più) è quella di Modica.
In un momento in cui sarebbe opportuno verificare quali reali possibilità di sviluppo e di crescita potrebbero scaturire da provvedimenti che rischiano di aggravare, ulteriormente, la grave crisi, studiando e verificando quali potrebbero essere le soluzioni per attutire i disagi e valorizzare gli elementi positivi della legge, da Modica partono, invece, appelli chiari alla separazione dal Consorzio di cui sarebbe naturale capofila Ragusa.
Lo fa, prima di tutti, il Partito democratico di Modica vede che i comuni di Modica, Scicli, Pozzallo, Ispica, Pachino, Portopalo, Rosolini, Noto e Palazzolo, potrebbero riunirsi in un nuovo consorzio facendo leva sulle loro comuni risorse storico-artistiche, archeologiche, ambientali, sull’agricoltura e sui servizi potendo così contribuire in modo effettivo allo sviluppo dei territori e al progresso delle popolazioni.
Per il PD modicano ci sarebbe la possibilità di uscire dalla marginalità economica e sociale, affrontando una battaglia efficace per la realizzazione d’infrastrutture degne degli standard europei.
Anche il deputato della Città della Contea, Nino Minardo, giudica la legge confusa e improvvista, criticando il suo partito, NCD, (che possa essere un segnale di ritorno da Berlusconi ?), per aver prima criticato la riforma decidendo, successivamente, di approvarla.
Per Minardo i liberi consorzi non hanno né forma né sostanza, vale bene, quindi, fare copia e incolla di precedenti dichiarazioni e dettare lo schema amministrativo prossimo del territorio: Modica capofila del Consorzio del Sud-est, con tutti i Comuni dell’angolo di sud-est della Sicilia, disegnando anche, dall’alto della sua investitura politica, il destino delle altre aree dell’ex Provincia, con Ragusa che diventa capofila del consorzio Ibleo e Vittoria che rappresenti (Gela e Crocetta permettendo) il volano di sviluppo per un area, da Gela a Comiso, nella quale la fascia trasformata e l’agricoltura siano elemento di aggregazione storica ed economica.
Grande l’idea di staccarsi da Ragusa e per vanificarne gli elementi che potrebbero determinarne una residua supremazia sui modicani, fare sì che il capoluogo – ne siamo certi questa resterà la denominazione nella vulgata – perda l’aeroporto e Vittoria. Resta solo da vedere se si potrà spostare il Porto Turistico accorpando Marina di Ragusa ai comuni della costa orientale della Sicilia!!!.
Il Partito e il politico che hanno partorito queste idee meritano, comunque rispetto, per cui non resta che inchinarsi ai loro progetti, piegandosi, in maniera opportuna, ad ogni loro esigenza.
A tal uopo, considerando lo stato economico di Modica a livello comatoso , per i tanti debiti anche nei confronti dei Comuni vicini con cui andrebbe a riunirsi, sembrerebbe opportuno lanciare una sottoscrizione per alleviare detti disagi e facilitare la separazione.
Separazione che, a questo punto, ancorchè difficilmente praticabile, andrebbe ricercata e, per quanto possibile, favorita dai ragusani, se non altro per uno scatto di dignità e di orgoglio.
Una nuova classe politica non farebbe rimpiangere quella di un passato, nemmeno tanto lontano, a prevalenza modicana, distrutta da guai giudiziari, extrema ratio, rimasti soli, non mancherebbero opportunità per Ragusa sul versante catanese, dove, fra l’altro, si incontrerebbe una classe politica sicuramente più capace di tutelare gli interessi del territorio.