Il secondo circolo del Partito Democratico anticipa la partecipazione al Consiglio Comunale aperto che si terrà lunedì 24 marzo, presso l’aula consiliare del Comune di Ragusa, convocato per discutere sulla soppressione delle Province ed sulla Istituzione dei Liberi Consorzi.
Verrà presentata, da parte del sodalizio democratico, una proposta particolarmente approfondita che rivela una attenta analisi della situazione socio-territoriale che si è venuta a determinare a seguito della riforma che porterà all’istituzione dei Liberi Consorzi, in sostituzione della vecchia suddivisione amministrativa in Province regionali.
La proposta è rivolta, in particolare, a smontare, e riesce nell’obiettivo, la “fuga in avanti” di chi ha lanciato l’idea della costituzione del Libero Consorzio della Val di Noto, e, contestualmente, esprime il dissenso totale nei confronti dei ‘cugini’ dei circoli PD di Modica e Scicli che sono uniti in questo folle progetto.
Non comprendendo lo stato di marginalità economica e sociale nel quale sarebbero stati reclusi i territori del sud est della Sicilia, da Modica a Pachino, si ritiene, invece, che la creazione di un micro consorzio possa determinare una decrescita di quelle comunità.
A sostegno delle tesi avanzate, il documento del secondo circolo PD di Ragusa offre una attenta analisi nei diversi settori che andrebbero ad essere investiti dalle nuove realtà territoriali.
Non ci sarebbe equilibrio tra costi per i servizi e qualità degli stessi: per strade, scuole, rifiuti e acqua un bacino limitato di utenti sarebbe costretto a sopportare costi più alti.
Nell’attuale dimensionamento i Liberi Consorzi di Ragusa e di Siracusa rientrerebbero nei parametri ottimali di gestione, con lo scorporo ci sarebbero effetti negativi per entrambi, per non parlare del nuovo consorzio che si ritroverebbe molto al sotto degli standard minimi.
Analoga discrasia emergerebbe anche per i servizi sanitari e per quelli giudiziari, per i quali non ci sarebbero spazi per incremento e miglioramento, essendo destinati, solamente, a inevitabili accorpamenti.
In particolare, viene evidenziato come debbano essere considerati sogni irrealizzabili quelli relativi alla riesumazione del Tribunale di Modica.
Ricadute negative ci sarebbero anche in tema turistico-culturale, mentre incomprensibili risultano i vantaggi che potrebbero derivare nel settore dell’agricoltura, dove lo scorporo di una parte del territorio lo vedrebbe privato delle eccellenze dell’agroalimentare.
Piuttosto andrebbero privilegiate tutte quelle azioni e iniziative atte a creare veri e propri grandi distretti produttivi (polo vinicolo del Cerasuolo e del Nero D’Avola, polo lattiero-caseario, polo olivicolo, polo della carne, polo cerealicolo, del pomodoro e comunque della coltura in serra) capaci di operare con maggiore forza sui mercati e di essere veri ed efficaci interlocutori con le istituzioni.
Anche sotto il profilo delle politiche ambientali, il secondo circolo del PD di Ragusa non riesce a trovare motivi per giustificare ipotesi di secessione del territorio.
Solo effetti negativi, quindi, per una scelta dettata dalla aspirazioni mai sopite di leadership, formulata con eccessiva enfasi e rapidità, senza utile approfondimento, ed in netto contrasto con le attuali linee di politica economico-istituzionale sulla scorta delle quali l’istituzione e/o l’azienda pubblica è utile, efficace ed efficiente laddove realizza massa critica per numero di abitanti e/o utenti.
Nel contesto di queste rilevazioni, la proposta che ne scaturisce è quella non solo di mantenere l’attuale assetto territoriale ma anche di estenderlo a nord al Comune di Palazzolo e di Vizzini, già ricompresi nell’area del Parco degli Iblei, e a sud est al Comune di Pachino, per la creazione di un polo agroalimentare di eccellenza. Per la creazione di una realtà territoriale che non danneggerebbe né Siracusa, né Catania, ma darebbe maggiore capacità e la forza contrattuale, su tutti i tavoli istituzionali, al Libero Consorzio di Ragusa
Il documento conclude facendo riferimento al compito del Partito Democratico, oggi al Governo nazionale e regionale, che, come è nella sua storia, è chiamato a formulare e sostenere proposte di ampio respiro e di interesse generale, mai particolare e men che mai localistico e/o personalistico, capaci di offrire valide ed efficaci risposte, sia in termini economici, sia in termini di servizi, sia in termini di semplificazione amministrativa, sia di miglioramento complessivo delle condizioni di vita dei cittadini.
Ma non si fa riferimento al Partito Democratico per aver avallato una riforma, su cui emergono diverse riserve, in forma frettolosa e confusa, per esigenze squisitamente politiche del Presidente della Regione, i cui esiti sono tutti da verificare e per cui persistono non poche incertezze per una effettiva funzionalità amministrativa di tutta la Sicilia.