Sicilia terra di scenari incomparabili, primi fra tutti quelli politici. Un periodo fra le festività pasquali e il ponte del 25 aprile avrebbe fatto propendere per una attività politica in stand-by, invece divampano le fiamme del confronto politico.
Tutto si gioca attorno ai due fronti del PD fra cui è stretto Crocetta: da una parte l’ala renziana, che fa capo a Faraone, Lupo e Gucciardi, che costituisce il fronte di sostegno a Crocetta con lo stesso Faraone, Lumia e Cardinale, mentre l’ala dei cuperliani, con il segretario Raciti e i ‘senatori’ Cracolici, Crisafulli e Capodicasa, lavora per portare il Governo su un binario morto.
Una querelle politica destinata a non esaurirsi in breve tempo, come si legge sul foglio palermitano di Repubblica, che parla di esponenti del partito, vicini a Cracolici che scrivono a Renzi per distoglierlo dal’’ farsi raccontare la Sicilia da Faraone’’. Tutto nasce dalle delusioni post rimpasto, giudicato ‘’un accordo cieco di Crocetta-Faraone con altri signorotti della politica isolana, per continuare con lo stesso spartito: da un lato il professionismo dell’antimafia e dall’altro le frequentazioni di sempre’’.
Sullo sfondo la costituzione, a cui si lavora freneticamente, di una seconda componente renziana per sostenere Crocetta: ci lavora Totò Cardinale, pater familias dei DRS, ci lavora Leanza di Articolo 4 e il gruppo formato dai parlamentari Venturino, ex 5 Stelle, Gianni, ex UDC, e Cimino, una volta Forza Italia.
Un gruppo composito, in cui potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, rientrare il Megafono, costretto, dalle ultime decisioni del PD, a imboccare una strada definitiva, all’interno o fuori dai democratici.
Ma le ultime notizie parlano di venti di guerra fra i deputati del gruppo del Movimento e lo stesso Crocetta che rischia di perdere il controllo della sua creatura politica. Venti di guerra che ci riguardano da vicino per la presenza, nel gruppo, del nostro parlamentare Nello Dipasquale, assente alla votazione per la Legge ‘salvaimprese’, insieme ai colleghi Di Giacinto e Oddo.
La stampa regionale ha ‘ricamato’ sul dissenso interno al movimento, articoli con la foto del verbale della seduta, da cui si potevano rilevare gli assenti, sono scomparsi poco dopo la pubblicazione, Di Giacinto ha inviato una precisazione sulla sua assenza, confermata solo per una votazione precedente all’approvazione definitiva, dagli altri parlamentari nessuna rettifica, finora, a quanto specificato su riunioni improvvise convocate da Crocetta per un chiarimento con i dissidenti, fra cui, a sorpresa ci sarebbe anche il fido Malafarina, da sempre fra i più vicini al Presidente.
Alla base del dissenso, che potrebbe comportare anche lo scioglimento del gruppo del Megafono all’ARS, una scarsa considerazione di Crocetta, in occasione del rimpasto, nei confronti dei suoi parlamentari, che cozza con le attenzioni, sempre maggiori, rivolte invece all’asse Articolo 4 – DRS.
Pare che la riunione lampo, tenutasi prima della votazione della tanto contestata Legge ‘’salvaimprese’’, abbia solo congelato le dimissioni dell’on.le Di Giacinto dal gruppo, a cui potrebbero fare seguito, secondo le indiscrezioni di fonte palermitana, quelle di Oddo e DiPasquale.
Sullo sfondo di questo mirabolante scenario i vari sostegni alle candidature per le europee: per i renziani sembra l’interno di una concessionaria FIAT, con un modello e innumerevoli versioni della stessa vettura.
DiPasquale ci ha presentato la Stancheris e Zambuto, Calabrese si accinge a presentare Barbagallo, non si sa chi sarà il candidato preferito dal terzo circolo, come pure quale sarà il preferito dalla componente ipparina, mentre, sfumata la candidatura Cracolici, che pure aveva iniziato la sua campagna ed era pure venuto in città, si attendono notizie dal secondo circolo.