Ai limiti della comicità quanto avviene per l’elezione del Presidente della Camera di Commercio di Ragusa: opposte fazioni, sempre le stesse, continuano a menare il can per l’aia, incuranti della situazione economico sociale del territorio, intenti solo ad una becera lotta per la poltrona, incapaci di un momento di lucidità che possa consigliare l’indifferibile sintesi su un nominativo che possa risultare al di sopra delle parti, con innegabili e comprovate esperienze che possano costituire la bussola nel difficile momento di crisi.
Una situazione assai pesante, sicuramente gravata dall’assoluta inconsistenza della politica regionale che, con le sue assurde decisioni e con farneticanti provvedimenti e riforme, è riuscita, in maniera particolare, a colpire il comprensorio della ex provincia di Ragusa, ormai privata di quelle strutture e di quegli organismi democraticamente eletti che avrebbero potuto tentare un rilancio economico.
Il lato comico va visto nella possibile riforma degli enti camerali, già delineata, che vedrebbe accorpata la Camera di Ragusa a quelle di Catania e di Siracusa, con una definizione di un nuovo scenario che vanificherebbe gli sforzi di quanti si stanno accapigliando per la Presidenza di Ragusa, destinata, forse, a liquefarsi nel crogiolo delle infernali politiche crocettiane.