Tutto finito? Stando a quanto dichiarato dall’imprenditore catanese Franco Proto, che ieri pomeriggio avrebbe dovuto avere un lungo incontro con l’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Piccitto (nella foto), sembrerebbe di sì. Perché l’incontro c’è stato. Ma proprio il primo cittadino è rimasto pochi minuti, giusto il tempo di salutare, per poi lasciare la riunione nelle mani del vicesindaco ed assessore allo Sport Massimo Iannucci.
Una cosa che non è andata giù allo stesso Proto che ha dichiarato: “Se il sindaco, che dovrebbe essere capofila di un progetto articolato che non riguarda solo la squadra calcistica, se ne va – ha detto Proto – non ci sono i margini per continuare il discorso. Non vado a Ragusa per gestire uno scopo ma per creare uno scopo. Questa – spiega – è stata la sintesi di un progetto rilanciato come slogan dai mass media e che ha prodotto dei cerchi concentrici, come fa il sassolino lanciato nell’acqua, risultando in un entusiasmo crescente che ha coinvolto sempre più soggetti, sensibili al messaggio innovativo che ho lanciato”.
“Ma i progetti – prosegue Proto – si realizzano con i fatti e non con gli slogan, e per i grandi progetti sono necessarie alleanze tra attori che credono, condividono e si impegnano per la realizzazione degli stessi. E’ con una visione che appartiene alla mia storia che ho immaginato il mio coinvolgimento in un progetto che riguarda il territorio ibleo che per vocazione ha sempre saputo valorizzare le proprie risorse e trasformare le criticità in opportunità e che, più di altri, era pronto a recepire un programma che non si rivolge solo al calcio ma pone le basi per una politica sportiva nella sua più ampia accezione: sport, educazione alla salute, integrazione sociale e spettacolo. E’ con la passione che caratterizza il mio modus operandi che ho preparato il programma di intervento ma, come spesso accade, una visione troppo avanzata rispetto a prassi consolidate, ingenera diffidenza, timori, se non addirittura rifiuto. I progetti visionari, con lo sguardo verso il futuro sono simili ai progetti in disuso, antiquati. Entrambi sono fuori tempo. Mi stupisce però il disinteresse di chi, investito per ruolo istituzionale della responsabilità di sviluppo del territorio e della collettività, si voglia esimere oggi dalla partecipazione ad un tavolo che lo chiama ad essere protagonista corresponsabile di un progetto di grande valenza sociale, che lo propone capofila di un comprensorio sportivo ibleo, e che gli chiede di essere il tramite per mettere al servizio della comunità esperienza ed innovazione”.