E’ arrivata al porto di Pozzallo la nave militare con a bordo i 292 migranti, protagonisti, loro malgrado, della sparatoria davanti alle coste libiche in cui è morto un migrante. Ieri, nei locali della Capitaneria di Porto di Pozzallo, i vertici della Guardia Costiera iblea hanno seguito per tutta la giornata la vicenda in stretto contatto con la Centrale Operativa di Roma. L’unica notizia certa riguarda un migrante ferito da alcuni colpi di arma da fuoco, trasferito prima al poliambulatorio dell’isola di Lampedusa e poi all’ospedale Civico di Palermo. I migranti hanno raccontato anche di un uomo, ucciso e poi gettato in mare per fare spazio ad altri migranti sul barcone. L´uomo ferito, di presunta nazionalità del Gambia, ha 32 anni ed è stato centrato da un proiettile ad un piede. Le condizioni non sono, comunque, gravi. A sparare contro il gommone sarebbe stato (secondo il racconto dei migranti) il personale di una motovedetta, forse libica.
La ricostruzione è al vaglio della procura di Agrigento che ha ascoltato alcuni testimoni. Il fascicolo aperto, per tentativo di omicidio e omicidio, resta al momento contro ignoti. Un responsabile dalla Guardia costiera libica ha negato che suoi uomini o anche militari della Marina abbiano sparato a un gommone di profughi. Sembra che, alla base degli spari, ci sarebbe stata una richiesta di soldi ai migranti che si trovavano sul barcone. Un´altra ipotesi al vaglio degli investigatori è che i migranti siano stati avvicinati e colpiti mentre erano ancora a terra.