Prosegue il processo a seguito dell’Operazione “Alpi Iblee” che vede coinvolto l’ex direttore generale di Chirurgia Ignazio Civello (nella foto). Per lui l’accusa è di concussione, omissione di atti d’ufficio e truffa. Insieme a Civello sotto accusa ci sono anche altri due medici: Vincenzo Antonacci, 61 anni, Rosario Arestia, 51 anni e l’imprenditore catanese Sebastiano Raciti, 47 anni.
L’ultima udienza, in ordine di tempo, è stata dedicata all’ascolto di un solo testimone ed ai teste delle parti civili coinvolti nel procedimento giudiziario. Ad inizio seduta il pm Marco Rota ha rinunciato a sentire il general manager dell’Asp di Ragusa Maurizio Aricò. Per l’accusa restano da ascoltare due persone anziane che hanno prodotto finora certificati medici per giustificare le loro assenze. Il Tribunale ha deciso di dare incarico ad un perito per accertare le loro condizioni di salute. In caso di impossibilità certificata dei teste a recarsi in aula sarà il Tribunale a spostarsi nelle loro abitazioni. Sempre per l’accusa è sentito un informatore scientifico catanese che ha detto di non conoscere nè l’imprenditore Sebastiano Raciti nè il medico Antonacci e di aver incontrato solo un paio di volte Ignazio Civello. In uno di questi incontri di lavoro l’allora primario di Chirurgia gli ha chiesto un contributo per un congresso medico ma l’Azienda farmaceutica per la quale lavorava non accolse l’invito. Il processo si sta celebrando davanti il Tribunale collegiale il cui presidente è Vincenzo Ignaccolo, a latere Ivano Infarinato ed Eleonora Schininà. Civello, presente in aula, è difeso dagli avvocati Michele Sbezzi e Giovanni Grasso. Mentre Antonacci e Raciti sono difesi rispettivamente dagli avvocati Enrico Platania e Giuseppe Rapisardi.