Alle battute finali il processo ai danni delle due persone finite in manette il 22 ottobre scorso con l’accusa di avere malmenato e sequestrato un 15enne di Chiaramonte Gulfi per farsi dire dove abitavano due ragazzine, anch’esse minorenni, delle quali uno di loro si era invaghito. “Mi dicevano che se non avessi detto dove abitavano le mie amiche mi avrebbero ammazzato – ha detto agli inquirenti la vittima – subito dopo essere tornato libero”. Gli imputati sono accusati di sequestro di persona aggravato e lesione personale Si tratta di Diego Riccobono, ragusano, 36 anni, e di un algerino, Rachid Bettabghor, 40 anni, residente nel capoluogo. Ieri sono stati sentiti due testi, vale a dire il titolare del bar di Chiaramonte e un giovane, amico di Riccobono, che ha assistito alla fase iniziale della discussione. I due hanno confermato i fatti. Assente il teste citato dalla difesa, un romeno, che accompagnava in auto i due imputati, la cui posizione è stata stralciata in quanto ritenuto estraneo ai fatti come confermato dalla stessa vittima. Si tornerà in aula il 6 dicembre per esaminare il teste in questione. A seguire la discussione e la sentenza. Il ragazzino fu ritrovato il 22 ottobre alle 8,30 infreddolito, nei pressi della stazione degli autobus di via Zama a Ragusa. Perdeva sangue dal naso e non respirava bene. I medici riscontrarono la frattura delle ossa nasali e di alcune costole oltre che di un dito della mano (fonte: Giornale di Sicilia).