“Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa.”
(Luigi Pirandello – Così e se vi pare)
Correre dietro i fantasmi e le stranezze altrui sembra essere la cosa che riesce meglio, da sempre e ovunque; che siano piccoli o grandi luoghi, che si tratti di gente buona e rispettabile, sembra che il giudizio verso gli altri possa lenire i nostri fastidi e distogliere l’ attenzione dalle proprie ombre sull’ anima.
Cinzia Nazzareno, laureata in Scienze Politiche e specializzata in Didattica del Sostegno, ci racconta proprio di questo nel suo romanzo sull’ identità di genere “Lo Scarabocchio”, del modo in cui le persone lontane o vicine, parenti o sconosciuti, riescano a far diventare una personale condizione di esistere, un grande dolore che affligge.
La storia di Gianni, detto “Genny”, transgender, si fa portavoce di tutti coloro che da sempre cercano di affermare il proprio modo d’ essere, prima di tutto alla famiglia che paradossalmente è il canale più ostico per la comunicazione e comprensione.
Genny si trova a vivere questa battaglia silenziosa, disarmato cerca di difendersi dagli attacchi del padre, uomo ricco e rispettato dai compaesani di Olmo, piccolo borgo siciliano.
Nonostante le dinamiche familiari siano avverse nei confronti di Genny, il ragazzo manifesta la sua vera identità con fermezza: è una donna intrappolata nel corpo di un uomo, la sua anima scalcia perchè ha bisogno di affermarsi.
Per questo motivo viene considerato da tutti uno “scherzo della natura”, come appunto, un disegno mal riuscito senza forma nè logica…uno Scarabocchio.
Il padre decide di cacciarlo via, e a Roma Genny cercherà il suo vero amore.
Il romanzo è ambientato negli anni ’70, ma l’ eco del bigottismo e del giudizio persiste fino ad oggi, in cui i trans non hanno spazio per esprimere se stessi, non sono ascoltati e accettati dalla società che tanto parla di amore e modernizzazione, da non riuscire a concepire che l’ anima ha una natura che scinde dal corpo in cui si nasce.
Cinzia Nazzareno ci racconta tutto questo con intensità e delicatezza, con rispetto nei confronti della sessualità, senza mai cadere nel banale, quasi ad esortare a lasciar andare le maschere senza paura, e sopratutto guardando il nostro di volto, e non quello del fratello accanto nella speranza egoista di trovarvi una ferita.
“Lo Scarabocchio”, edito da Bonfirraro, verrà presentato sabato 29 aprile, alle 17:30, presso il saloncino del Monastero delle Benedettine del SS. Sacramento, grazie all’ organizzazione dell’Inner Wheel di Ragusa Centro, in collaborazione con la sezione di Niscemi. All’incontro interverranno le docenti Simona Stimolo e Lucia Di Paola J.