“E poi vivo con la certezza che per quanto a lungo tu possa camminare , andare in macchina o in treno ,
spostarti in lungo e in largo sulla terra, prima o poi incontrerai il tuo mare”
Sono entrata in libreria non sapendo cosa avevo voglia di acquistare , la commessa mi ha messo in mano questo libro “Un’invincibile estate” e ha detto una frase “magica “: è scritto da un giovane autore siciliano ! L’ho acquistato senza tentennare.
La Sicilia è così , a volte ci sta stretta , spesso vorremmo scappare ma quando nasci qui hai qualcosa di diverso e in fondo non riuscirai mai a staccarti del tutto da lei.
Filippo Nicosia è un giovane messinese , classe ’83. Ha lavorato per anni nell’editoria indipendente prima di lasciare tutto e partire per la Sicilia con la libreria itinerante ” Pianissimo-libri sulla strada” . Dopo due anni in giro per l’Italia nei piccoli paesi e nelle periferie delle grandi città adesso vive e lavora a Firenze , questo è il suo primo romanzo . Proviamo a conoscerlo meglio.
Quello che ho appena letto è il tuo primo romanzo, un romanzo ambientato in Sicilia, la tua terra , la nostra terra. Ti identifichi in uno dei tanti “cervelli” in fuga dalla Sicilia?
No, non mi identifico con un cervello in fuga perché io non sono scappato. Io ho scelto di vivere da un’altra parte non per un rifiuto della mia terra. Mi sono trasferito altrove non so se per un periodo o per sempre e non sono stato costretto da scarse possibilità. C’è chi parte perché in Sicilia non ha futuro, sono storie di tristi che dispiacciono, ma non è il mio caso. E comunque tra i tanti cervelli in fuga ci sono tanti che vanno a fare i camerieri a Londra, o questo genere di cose che nulla hanno di “cervellotico”. A volte andare via è solo un modo per ribellarsi e in questo modo diventare grandi. Tanti ritornano perché capiscono che la Sicilia è una terra con grosse possibilità.
Della tua biografia mi ha colpito il fatto che sei partito ocn una “libreria itinerante”? Mi spieghi di cosa si tratta?
Pianissimo – libri sulla strada è stata una pazzia che ho immaginato nella primavera del 2013. Prendere un furgone, caricarlo di libri e girare i piccoli paesi della Sicilia leggendo nelle piazze. Una delle cose più significative e arricchenti che mi sia capitato di fare nella vita. Ho scoperto la mia regione a trent’anni, ho capito che avevo dato troppe cose per scontate e che per conoscere bisogna vedere con i propri occhi.
Entriamo più nel dettaglio del libro , chi è Diego e cosa vuoi principalmente evidenziare con questo personaggio che secondo me identifica varie realtà ( il siciliano , il figliol prodigo , il ragazzo di altri tempi queste sono alcune sfaccettature che ho colto io da lettrice ).
Diego è un ragazzo siciliano qualunque, in lui ci rivedo i diciotto-ventenni che conosco, mio fratello, per esempio, e quelli che mi è capitato di incontrare nelle scuole. Ha un rapporto molto difficile con il padre, vive una realtà che lo costringe alla violenza, ha voglia di riscatto e per questo lavora sodo e studia. La sua storia semplice, il suo orgoglio e le sue difficoltà a orientarsi nella Sicilia di oggi, sono quanto di più tenero e vivo potessi raccontare. Diego è il frutto ancora acerbo della bellezza della sua terra e delle sue contraddizioni. Insomma, un personaggio che mi ha costretto a raccontarlo.
Quanto c’è di autobiografico in questo romanzo?
Tutti i luoghi del romanzo, Messina, la mia città, le case, le strade, i locali, il paesaggio. L’estate come arriva in Sicilia, la sensualità che si porta dietro. La voglia matta di restare e andarsene, il dubbio e il rimpianto, la continua tensione tra Sicilia e Continente. Queste sono le cose autobiografiche, il resto, personaggi e dinamiche della trama sono inventate.
Ester e Martina rappresentano due forme diverse d’amore?
Sì. Se Ester è l’amore per chi sentiamo capirci nell’intimo, per l’essere umano che sentiamo fatto della nostra stessa carne, Martina è l’amore per ciò che non ci somiglia, e forse non avremo mai. Entrambe le forme di amore hanno un tratto comune: sono struggenti.
Il mare è un altro grande protagonista di questo romanzo o sbaglio?
Hai ragione. Il mare è importante. Il mediterraneo, nel quale la Sicilia è al centro, prende il nome dal suo mare. Il mare è quello che eravamo e quello che saremo; lo amiamo anche se ci fa paura; lo attraversiamo per andarcene o tornare. Il mare è il nostro più grande patrimonio, quello che ci fa isola, che rende unica la nostra terra.
Ringrazio Filippo per la disponibilità e consiglio vivamente ai nostri lettori la lettura di questo libro, disponibile in tutte le librerie e online.
“Come se il mare fosse in salita, Ma il mare non sale nè scende ,
anche se Da Sempre avevo sentito dire che eravamo alla fine dello stivale , anzi sotto la suola !
Quando sei all’estremità dell’imbuto risalire è dura , le pareti non lasciano appigli,
forse qualche residuo delle precedenti scorie e colature ma per il resto è tutto liscio! “