Ha compiuto una lunga serie di truffe intascando circa 250 mila euro. Ha agito nonostante fosse sottoposto a sorveglianza speciale in Veneto. Ha ottenuto un (finto) contratto di lavoro per poter girare liberamente e svolgere la sua attività criminale addirittura spacciandosi anche per un alto magistrato di Padova.
E poi, beffando e raggirando persone che avevano grane con la giustizia, sempre fingendosi esponente delle forze dell’ordine o dipendente degli uffici giudiziari, è riuscito a ottenere fascicoli e documentazione in tribunale per poi farsi pagare le sedicenti consulenze o i colloqui con i magistrati (mai svolti). Un genio della truffa. Giorgio Covato (nella foto), 37enne originario di Scicli e per anni residente a Modica, con domicilio temporaneo a Brugine: in carcere dall’agosto scorso, ora l’inchiesta del pm Federica Baccaglini si avvia a chiusura. E si fa più chiaro il quadro delle accuse raccolte grazie agli accertamenti dei carabinieri di Legnaro.