Il ‘città di Ragusa’, espressione del mondo calcistico ragusano, sta per arrivare alla conclusione di una stagione fallimentare.
Contrariamente a quanto avviene, di solito, nel mondo del calcio, il flop non A? addebitabile alla squadra, né alla guida tecnica che, anzi, hanno dato il massimo delle loro possibilità.
E chi A? un vero sportivo non potrebbe che rassegnarsi ad una striscia di risultati negativi che ha relegato la formazione del capoluogo nei bassifondi della classifica.
La sorte ha tentato di dare una mano, due squadre, sul finire della stagione, hanno dato forfait, il ‘città di Ragusa’ ha evitato la retrocessione diretta.
Ma domenica scorsa A? accaduto quello che non doveva accadere: direttore sportivo, tecnico e giocatori si sono ammutinati, sono rimasti a casa e non hanno risposto al raduno per la trasferta di campionato.
La società, se ci A? permesso questo termine, ha deciso di mandare in campo la formazione Juniores, A? riuscita a mettere insieme solo nove giocatori che hanno subito una pesante sconfitta e hanno, loro malgrado, dato vita ad una delle pochissime pagine nere della storia calcistica ragusana.
Il problema societario A? esploso in maniera forte: dall’inizio della stagione non esiste una vera e propria società, questa è stata rilevata dal direttore sportivo Pluchino che, sin dal primo giorno ha rilasciato assicurazioni circa la definizione immediata dei quadri societari, con relative garanzie finanziarie per il prosieguo del campionato.
Assicurazioni che non hanno avuto un seguito, anzi la squadra, e la città, sono state vittime di episodi poco dignitosi, con annunci di quadri dirigenziali in realtànon esistenti e dichiarazioni della società che davano per imminente la elezione al vertice di questo o quel presidente, personaggi che, nel giro di poche ore, o di qualche giorno, smentivano categoricamente il loro coinvolgimento nella società e l’accettazione della carica al vertice della stessa.
Il DS ha proseguito imperterrito in questa strategia fuorviante, per usare un eufemismo, e continua ad assicurare che saranno trovate, quanto prima, le soluzioni, soprattutto economiche per tirare fuori la società dal baratro in cui è stata cacciata, per poter offrire il dovuto ai giocatori, al tecnico e a quanti sono creditori della società.
Una storiella che non incanta più nessuno, tantomeno chi scrive che, dal primo momento, dai primi comunicati stampa della società, ad inizio della stagione, ha capito che non c’era trippa per gatti.
Non A? la prima volta che si ritrovano dirigenti del Ragusa Calcio che non onorano gli impegni presi con i giocatori e con i tifosi, che non hanno saldato i conti con fornitori o con lo Stato, per tasse e contributi, ma questa volta si è oltrepassato ogni limite, soprattutto per il tentativo prolungato di prendere in giro la città, con puntuali assicurazioni che tutto si sarebbe risolto nel giro di poco tempo.
Ci piace ascoltare un parere sull’attuale situazione da una bandiera del calcio ragusano, indimenticato campione degli anni ’70, quell’Ettore Tuccitto che è stato, prima, centrocampista e regista eccelso e capitano del Ragusa Calcio degli anni d’oro e, poi, anche Presidente della SocietA? che ha cercato di riportare ai fasti di un tempo:
a lui vogliamo chiedere, innanzitutto, cosa ne pensa dell’attuale situazione:
Cosé ci risponde Ettore Tuccitto: ‘Nel calcio esistono, da sempre, tre componenti complementari, l’una alle altre, da cui non puoi prescindere: la società, i tifosi, la squadra. La società non A? mai esistita e questo A? la causa principale dell’allontanamento del pubblico, ed ora anche dell’assenza dei giocatori, eclissatisi in quanto lamentano di non ricevere i modesti rimborsi spese pattuiti.’
Chiediamo ancora, con l’attuale organico, in caso si trovassero le soluzioni economiche per uscire dal guado, dove può arrivare questa squadra?
‘Ormai siamo nelle sabbie mobili, la situazione A? quasi senza via di uscita perché’ A? troppo tardi, ma la speranza A? l’ultima a morire, anche se ci vuole un miracolo per rimanere nell’eccellenza.’
Sicuramente, quale che sia la sorte del ‘città di Ragusa’, qualcuno avrA? voglia di riportare in vita la massima società calcistica ragusana, Lei cosa consiglierebbe a una nuova dirigenza? Ci possono essere fondate speranza di tornare ad avere una società sana e di poter godere di un buon calcio a Ragusa?
Cosé ci risponde ancora Ettore Tuccitto:
‘Io, Cesare Sorbo ed altri amici innamorati del calcio e del Ragusa, dopo la sciagurata gestione dei napoletani, culminata con il fallimento della società’, abbiamo fatto rinascere il RAGUSA, facendolo ripescare in promozione, per poi abbandonare al terzo anno, non vedendo alcun interesse da parte di Istituzioni, imprenditori ed altre componenti; e, in quanto al futuro, spero vivamente di sbagliarmi, ma mi sembra molto difficile che possa ritornare il calcio di una volta.”