Domenica 13 maggio 2018, in tarda serata sarà assegnato lo scudetto del campionato nazionale di basket femminile di serie A1.
Ancora una volta, protagoniste della finalissima la Famila Schio e la Passalacqua Ragusa, le due squadre che da anni sono al vertice della pallacanestro femminile italiana.
Sarà, certamente, una serata di grande basket, pur nella consapevolezza che questo genere di sfide si risolvono, spesso, per un episodio e il bel gioco passa in second’ordine, soverchiato dalla tensione, dall’agonismo e dalla voglia di non perdere l’occasione dell’annata.
Per Schio sarebbe il nono titolo, per Ragusa il terzo tentativo, sempre con la squadra veneta, di conquistare il primo scudetto nella sua breve storia in serie A.
Quest’ultimo è l’elemento che non fa più della Virtus Eirene la squadra rivelazione ma la conferma di una società, di una dirigenza, di un Presidente e della sua famiglia, che hanno saputo creare, quasi dal nulla, una delle più belle realtà del basket femminile nazionale e dello sport siciliano, in particolare.
Lo staff tecnico e la squadra hanno già conquistato tutto e nulla possono chiedere la società e i tifosi, la conquista dello scudetto sarebbe il giusto coronamento di una stagione eccezionale, la consacrazione di un gruppo sul quale molti, anche chi scrive, non credevano, all’inizio della stagione, fosse in grado di arrivare a questo punto.
Già la conquista del terzo posto in classifica, al termine della stagione regolare, ha costituito un grande successo, considerati gli infortuni e le squalifiche che hanno costituito, in determinati periodi della stagione, un grosso handicap.
L’andamento dei playoff è stato un trionfo per Recupido e le sue ragazze, per chi osserva la realtà ella Passalacqua senza condizionamenti ormonali da tifoso, questo è il giorno dello scudetto perché ogni attore di questa storia meravigliosa ha già conquistato il suo: il Presidente, la famiglia Passalacqua, la dirigenza, lo staff tecnico, l’allenatore, la squadra e, soprattutto i tifosi, in particolare quelli che oggi sono a Schio e dimostrano, con il peso di una trasferta difficile sotto l’aspetto logistico, il loro attaccamento alla maglia biancoverde