Abbiamo mutuato anche il titolo del primo di una serie di post che l’on.le Stefania Campo, del Movimento 5 Stelle, ha scritto per un immaginario diario dei suoi giorni di ferie.
Post provocatori, del tutto condivisibili, che ci permettono di parlare di turismo nel pieno di una stagione che, come al solito, è oggetto di valutazione quanto mai diverse.
In un contesto nel quale latitano organismi ufficiali competenti per il turismo, ci dobbiamo affidare ai dati, non sempre attendibili e, spesso, disaggregati, le cui fonti vanno dall’organizzazione di categoria al giovane che, grazie al lascito della nonna, bilocale con servizi, si è trasformato in imprenditore del settore alberghiero.
Si legge così di un calo di presenze, sul nostro territorio, inferiore del 30% al dato, già in calo, dell’anno precedente, ma si apprende pure che, notizia riportata dal Corriere della Sera, a Gallipoli, in Puglia, c’è stato, a luglio, un calo di presenze del 60 %.
Sono segnali che, ormai, la crisi imperversa dappertutto ma che è anche difficile intercettare i flussi turistici, un po’ come per il voto, non è possibile contare sul voto dei propri elettori tradizionali, come non è più possibile assicurare la presenza delle famiglie, come una volta, sulla riviera romagnola.
Oggi ci si muove, anche sulla scia delle mode, verso la taranta o verso le cantine aperte, si va sempre alla scoperta di nuove località, anche se spesso le delusioni sono maggiori del relax vacanziero.
Così la fanno da padrone le foto degli scontrini folli, da Venezia, in piazza San Marco, alle più modeste piazze di Modica o Scicli dove si contestano i prezzi esosi per semplici consumazioni.
È chiaro che tante cose oggi non vanno nel settore del turismo, dalla promozione alla ricettività improvvisata, alla ristorazione, tutte cose, spesso, improvvisate, affidate a gente senza professionalità e senza esperienza.
Non è certo questa la sede per analizzare il deficit strutturale del turismo in una zona che del turismo potrebbe fare la prima fonte di reddito, se non altro per una stagione che può andare da aprile ad autunno inoltrato, forte del suo mare che, ad onta di opinioni diverse, è il solo attrattore turistico, almeno fino a quando non ci sarà gente capace a sfruttare le potenzialità culturali del territorio.
Siamo partiti dalla lettura dei post dell’on.le Campo perché li riteniamo centrali per un’analisi introduttiva al tema turismo.
La Campo ci parla del suo diario di viaggio, nei primi giorni di ferie, ci auguriamo solo che lo abbia scritto, provocatoriamente, all’ombra nella sua dimora estiva e che non sia incappata nelle disavventure descritte, classiche del turista.
E’ così che la gente può apprendere, noi lo sappiamo da decenni, che dalla rinomata e internazionale, grazie al porto turistico, stazione balneare di Marina di Ragusa non esiste un collegamento diretto con l’altrettanto famosa località di Scicli.
Per bene che vada si dovrà andare in bus a Ragusa, spostarsi alla stazione, a piedi, per attendere il treno per Scicli del tardo pomeriggio.
Nel secondo giorno di ferie l’on.le Campo vorrebbe andare ad Agrigento, ma di domenica non ci sono collegamenti, che poi saranno quelli per Palermo perché non si è mai sentito di una linea Ragusa-Agrigento.
E qui comincia l’odissea, perché, per visitare la Valle dei Templi, come potrebbe desiderare un normale turista in vacanza sulla costa iblea, occorre il treno per coprire i 100 Km di distanza dal capoluogo agrigentino.
Partendo da Marina di Ragusa, alle 13, nell’ordine bus, stazione ferroviaria da dove, dopo 4 cambi di vettura, si arriverà a destinazione alle 21.10.
Ma si può scegliere anche una combinazione di autobus, prima fino a Gela, per poi arrivare ad Agrigento intorno alle 19, c’è ancora tempo per comprare il biglietto e accedere al Parco Archelogico, ma il ritorno è impossibile e si dovrà pernottare.
Come nella sua storia politica, Stefania Campo non è tipo da arrendersi, così il giorno successivo, per nulla demoralizzata, sceglie di andare a Piazza Armerina, meno di cento Km da Marina di Ragusa, una passeggiatina ma così non sembra.
Si può partire per Vittoria, in pullman, di buon mattino, ma sia arriverebbe alla Villa del Casale solo 20 minuti prima della chiusura. Si può tentare con il treno fino a Gela, per proseguire in bus fino a Piazza Armerina, un totale di 6 ore e 20 minuti, un po’ troppo per 97 Km di distanza.
E non è finita, pervasa dallo spirito ambientalista proprio dei 5 Stelle, Stefania Campo sceglie di visitare Ortigia, muovendosi con i mezzi pubblici.
Considerato il necessario spostamento su Ragusa, si va dalle 3 ore e 45 di tempo per coprire la distanza di 76 Km da Marina a Ortigia, in pullman, alle tre ore meno un quarto, se tutte le coincidenze sono centrate.
Sarebbe opportuno che l’on.le Campo portasse a conoscenza, di chi si occupa di turismo alla regione, il suo diario di viaggio, anche se sappiamo che, indaffarata fra distretti turistici, e bandi europei, poco importa, alla politica, quanto tempo ci vuole per andare dal sud est della Sicilia alla Villa del Casale o alla Valle dei Templi, del resto non ci sono collegamenti nemmeno all’interno dell’area del sud est, dove politici di ogni colore, da vent’anni fanno finta di voler tutelare e valorizzare il riconoscimento UNESCO per il barocco.
Meno produttiva, ma di certo accettata nel mare di libercoli prodotti dalla regione, sarebbe la pubblicazione di questo diario delle vacanze di un parlamentare regionale in pausa estiva, da distribuire in occasione della partecipazione a fiere e borse del turismo.