Lo abbiamo scritto, finita la tregua estiva, si sarebbero moltiplicate le voci delle opposizioni consiliari che, oggi, non essendoci i grillini di fronte, non sono critiche ma, elegantemente definite, da una opposizione che tale non vuole essere, quale è quella di Ragusa Prossima, segnalazioni al Comune.
Sollecitazioni alla giunta per affrontare le problematiche più vecchie della città, questioni che la precedente amministrazione non ha voluto risolvere, nonostante le ripetute proteste, di politici e di cittadini.
Sollecitazioni che sarebbero dovute già arrivare da consiglieri di maggioranza che non sono a Palazzo dell’Aquila come scudieri dell’amministrazione ma come rappresentanti dei cittadini, vedi l’esempio del Presidente della Commissione Territorio, Cilia, che ha messo a nudo le criticità possibili di importanti infrastrutture che dovrebbero assolvere la funzione di vie di fuga in caso di eventi calamitosi, sollecitando, nel contempo, l’amministrazione, per interventi su quelle esistenti.
L’immobilismo, al riguardo, dei consiglieri di maggioranza, permette alle esigue forze di opposizione, o tali considerate formalmente, di sollecitare interventi che la città aspetta da tempo.
Il consigliere Gianni Iurato, dopo aver portato all’attenzione l’ormai scandalosa situazione della casa protetta di via Berlinguer, mette sotto i riflettori un altro increscioso aspetto della città:
La piazza stazione, sovrastante al parcheggio pluripiano interrato di piazza del Popolo è stata lasciata in completo abbandono, ancora in stato di cantiere, molti anni dopo il completamento, per usare un eufemismo, del parcheggio sotterraneo.
La ricostruzione dell’antica monumentale scalinata è rimasta inutilizzata, porta verso il nulla, nessuna amministrazione si è voluta interessare del completamento dei lavori, anche solo per una questione di decoro urbano.
Un ex assessore ai lavori pubblici grillino pensava a far piantare violette negli spazi a verde dell’attigua Stele all’Unità d’Italia, allargava le mani per la piazza in questione, con l’alibi tipico dei grillini che non c’erano fondi a disposizione.
Un’opera nata male, per la fretta, di vecchie amministrazioni, di accalappiare fondi europei che altrimenti sarebbero andati per altre destinazioni, un parcheggio che, oltre a non essere completato per mancanza di fondi, rimane, ancorché funzionale per metà, inutilizzato, i cui lavori hanno provocato il coma, che sembrava provvisorio, di una intera zona che non si è ripresa, commercialmente, quando gli stessi sono stati, in parte ultimati.
Gianni Iurato, persona preparata e appartenente a gruppo politico di indiscussa cultura, rispolvera utopistiche visioni urbanistiche della città, propugnate in campagna elettorale, e fa sfoggio dell’esigenza colta di considerare la piazza e la scalinata, oltre che luogo di aggregazione, ricongiungimento urbanistico con il quartiere ex Littorio.
Iurato guarda alla collocazione dell’antica stazione ferroviaria come al vertice di un ideale triangolo che legava, nella concezione degli urbanisti, negli anni 30 del secolo scorso, tre importanti strutture al servizio della collettività, l’ospedale Mussolini, la Caserma dei Reali Carabinieri e la Regia Ferrovia di Stato.
Quando si desta dal sogno, Iurato, con una visione più terrena, si limita ad affermare la necessità di ripristinare lo stato dei luoghi, magari così com’erano negli anni Settanta, sempre del secolo scorso, con il Comando Provinciale dei Carabinieri, l’Ospedale Civile e la stazione ferroviaria.
Più realisticamente, siamo d’accordo sulla necessità, da più parti sollecitata, di completare i lavori per il rifacimento della piazza, possibilmente con una pavimentazione diversa da quella di piazza Poste, perché i migranti che la occuperanno per giocare al calcio, come in piazza Poste, dovranno trovare un terreno di gioco adeguato, che non possa essere causa di possibili incidenti che possano influire sull’andamento dei campionati.
Andando dal faceto al serio, occorre ripristinare il decoro dei luoghi, da troppo tempo abbandonati, per restituire i luoghi alla originaria funzione a servizio della stazione, ancorché la stessa risulti quasi dismessa.
Quanto a riportare i luoghi come erano 50 anni prima, è comprensibile che l’ipotesi costituisce solo utopia, la stazione, come detto è quasi del tutto dismessa, l’ospedale è in via di trasferimento e per la riconversione dell’immobile occorreranno anni, manca in zona l’ufficio del catasto, sono andate via le banche, si è dovuta trasferire per, esigenze logistiche, la più importante concessionaria di auto della provincia, può sembrare una sciocchezza ma manca l’antico rifornimento di benzina con annesso autolavaggio che costituiva punto nodale della piazza e della città, è stato spostato, inevitabilmente, il terminal dei bus, pensare di tornare al 1970 è pura utopia.
Ciò non toglie che si debba intervenire, e presto.