Giovanissima, chiaramontana, ha pubblicato il suo primo fumetto. Lei si chiama Deborah Tumino, ha 22 anni e da sempre ha avuto una passione: il disegno. Per questo, ha deciso di frequentare la Scuola del Fumetto di Palermo e, dopo tre anni, ha avuto l’occasione di pubblicare il suo primo lavoro, “Atipical Friend”, la sua tesi, una storia particolarissima in cui viene affrontata la delicata tematica dell’autismo. Diciamoci la verità: se si pensa al fumetto, la prima cosa che viene in mente sono certamente i supereroi della Marvel e della DC Comics. Certamente, il fumetto è ed è stato anche questo ma non solo: oggi, è un mondo in continua evoluzione e Deborah Tumino ne è un esempio. Il suo sogno? Lavorare per la Disney. Ma com’è iniziata questa straordinaria avventura? Lo abbiamo chiesto direttamente a lei.
Deborah, di cosa parla il tuo fumetto?
“Atipical Friend è una storia che parla di autismo. Tutto è nato da una mia esperienza personale fatta con l’associazione Namastè, quando ho preso parte alla realizzazione del video “Autos: blu is the color”. Quell’esperienza mi ha permesso di venire a contatto con un mondo di cui sapevo poco o nulla. Il fumetto sviluppa proprio questa tematica e la protagonista sono sostanzialmente io, che guardo con gli occhi di una bambina questo problema. La storia, infatti, parla di una bambina che si trasferisce da poco in una nuova città. In classe, entra in contatto con un bambino autistico. E’ una storia semplice, pensata per i bambini e per sensibilizzarli a questa tematica. Ho in animo, comunque, di riprenderlo e di rivisatarlo”.
Che genere di disegni utilizzi? Qual è il tuo stile?
“Il mio è il genere umoristico o cartoonesco. I miei lavori vengono realizzati in parte con la tecnica tradizionale e in parte con la tecnica digitale. La prima fase, quella del disegno, viene realizzata su carta, con matita e inchiostri. La seconda parte, ovvero quella della colorazione, viene fatta in digitale”.
Com’è nata la passione per il fumetto?
“Ho sempre avuto, in realtà, la passione per il disegno. Per questo ho preferito fare una scuola più tecnica e non l’Accademia. Alla Scuola del Fumetto di Palermo ho praticamente ricominciato da zero. All’inizio sono partita con l’idea di disegnare supereroi o addirittura pensavo ai fumetti erotici. Avevo come modelli ArtGerm, Jim Lee, Mirka Andolfo e molti altri. Poi, però, mi sono dedicata completamente ad altro. Ho capito di avere una particolare preferenza per le storie per bambini e per le illustrazioni in generale”.
Qual è il tuo sogno?
“Mi piacerebbe rimanere nel mondo delle illustrazioni e delle pubblicazioni per bambini. Il mio obiettivo, infatti, è quello di entrare in Disney e cercherò di fare tutto il possibile per riuscirci. Mi rendo conto che è un percorso complicato e che la gavetta è particolarmente difficile”.
Com’è cambiato il mondo del fumetto oggi? Dove si dirige secondo te?
“Ci si preoccupa molto meno del livello del disegno e si punta molto di più sulle storie. In Italia, poi, il fumetto negli ultimi anni è stato completamente rivalutato e c’è molta apertura verso il genere autoriale e le Graphic Novel, ovvero quei fumetti che raccontano storie in volumi unici o in pochi volumi. Ultimamente, ci si è accorti che il lettore di fumetti si è in un certo senso stancato di seguire le storie infinite dei supereroi, anche perché vengono fatte continuamente pubblicazioni speciali, e dunque si avvia verso fumetti autoconclusivi. Naturalmente, il supereroe ci sarà sempre, ma forse cambierà il modo di raccontarlo”.
Domanda da un milione di dollari: fra DC Comics e Marvel, chi preferisci?
“Senza dubbio Marvel”.
Hai un supereroe preferito?
“Si. Si chiama Ms. Marvel. Forse non è conosciutissima ma è il mio supereroe. E’ una ragazza musulmana con dei poteri speciali. Questo mi piace molto perchè mi sembra che anche Marvel si stia aprendo a personaggi con etnie diverse. Se parliamo di supereroi classici, invece, mi piace molto Iron Man”.
Cosa ne pensi dei film basati sui personaggi dei fumetti?
“Penso che grazie ai film molte persone si siano avvicinate, o comunque interessate, al mondo dei supereroi. E secondo me questo è positivo. Ultimamente, è uscita anche una serie per bambine, che si intitola “DC Superhero Girls”, con tutte le eroine della DC Comics”.
Di che cosa ha bisogno una storia per interessare il lettore?
“Fateci caso. Le storie dei supereroi sono molto ripetitive. Le avventure sono diverse, ma loro non cambiano mai. Se si riesce a creare un modello con un personaggio sempre fedele a sé stesso, che non stravolga mai le proprie caratteristiche, penso che si possa realizzare una storia molto interessante”.