Arriva anche in Italia la sugar tax ed è già battaglia per definire la destinazione delle risorse che ne deriveranno. I principali ministeri iniziano iniziano a contendersi i proventi delle nuove tasse che saranno applicate in primis alle bevande zuccherate. Dopo che numerosi Paesi europei hanno deciso di seguire il Regno Unito nella lotta contro l’obesità e il diabete, oggi il Governo italiano ha chiuso le presentazioni dei parlamentari per il nuovo emendamento. La proposta, partita dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega e prevede nuove tassazioni atte a coprire l’esclusione del regime Irap per la partita Iva entro i 100 mila euro, insieme alle revisioni in materia fiscale.
La “sugar tax” è una tassa sulle bevande zuccherate, già presente in alcuni Paesi europei e non solo. Il primo Paese a proporla è stata la Danimarca, mentre subito dopo è arrivata la Francia, che, sotto il governo Sarkozy nel 2012, ha stabilito una tassazione di 2,5 centesimi di euro per lattina di drink contenente zucchero e dolcificanti. Così ha fatto pochi mesi fa anche il Regno Unito, dove le bibite con più di 5 grammi di zucchero ogni 100 millilitri hanno subìto un rincaro di 18 pence al litro. Se poi contengono 8 grammi ogni 100 millilitri, il rincaro sale a 24 pence al litro. In questo caso però, l’obiettivo non è tanto quello di ridurne il consumo, quanto di spingere le aziende produttrici a diminuire il quantitativo di zucchero utilizzato. Infine, negli Stati Uniti è in corso una campagna contro le bevande zuccherate, che aveva visto schierata anche la ex first lady Michelle Obama.