“Il medico che opera in strutture pubbliche o private, concorre alle finalità sanitarie delle stesse ed è soggetto alla potestà disciplinare dell’Ordine indipendentemente dalla natura giuridica del rapporto di lavoro. In nessun caso il medico deve abusare del proprio status professionale. L’inosservanza o la violazione del Codice, anche se derivante da ignoranza, costituisce illecito disciplinare, valutato secondo le procedure e nei termini previsti dall’ordinamento professionale”. Con queste affermazioni la Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Ragusa, Rosa Giaquinta, interviene in merito agli ultimi fatti di cronaca riguardo l’arresto di un Medico operante in una struttura pubblica. A tal proposito Giaquinta spiega che l’ordine professionale è un organo collegiale dotato di specifiche competenze ed ha al proprio interno una Commissione disciplinare per gli iscritti all’Albo atta a valutare comportamenti degli iscritti non conformi al rispetto del Codice Deontologico. “Qualora il comportamento del medico- spiega ancora la Presidente Rosa Giaquinta- abbia dato luogo a procedimenti che abbiano indotto un intervento delle forze pubbliche, quindi della Procura e della Magistratura, l’Ordine interverrà a conclusione dell’iter processuale, a valutare i comportamenti del medico che siano stati in contrasto con le regole deontologiche e quelle della struttura pubblica o privata nella quale opera, al fine di tutelare i diritti dei pazienti e comminerà le sanzioni disciplinari nei confronti del professionista che li disattende”. Il Codice, in armonia con i principi etici di umanità e solidarietà e civili di sussidiarietà, impegna il medico nella tutela della salute individuale e collettiva vigilando sulla dignità, sul decoro, sull’indipendenza e sulla qualità della professione.