Una decisione che suona come una svolta per il vino siciliano.
I vini della Doc Sicilia, dal 1 gennaio 2021, saranno garantiti anche dal contrassegno di Stato, la fascetta numerica che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita di una bottiglia. La decisione di introdurre la fascetta rilasciata dalla Zecca di Stato è stata presa dal Cda del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, che ha accolto le diverse richieste arrivate dai produttori Doc Sicilia.
Il contrassegno di Stato, obbligatorio solo per le Docg, è ormai patrimonio delle più importanti Doc italiane e consentirà di concludere il percorso dei controlli anti contraffazione, offrendo una maggiore tutela sia alle aziende sia ai consumatori. La continua crescita della produzione di bottiglie Doc Sicilia, vendute in Europa e nel resto del mondo, se da un lato è un successo che premia il valore e la quantità generata dalle aziende vinicole, dall’altro espone infatti al rischio di contraffazioni che provocano un danno economico e di immagine ai produttori. A favore della scelta della Doc Sicilia di introdurre la fascetta sulle bottiglie c’è anche l’esperienza di altri comparti del made in Italy, come il settore dell’agroalimentare, che hanno dovuto fare i conti con episodi di contraffazione che hanno causato ingenti danni economici.
Gestire una fascetta presuppone un’organizzazione con risorse umane dedicate e una gestione economica precisa che non può tollerare ritardi. La Zecca va pagata in tempi prestabiliti senza deroghe. È per questo che spesso la gestione delle fascette viene delegata dai consorzi agli enti di certificazione. Se così accadesse in Sicilia sarebbe l’Irvo ad occuparsene. E sarebbe anche una gestione economica significativa considerato che nel 2018 di bottiglie a marchio Doc Sicilia ne sono state prodotte, secondo una stima dell’Irvo, circa 80 milioni.