La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha concluso le attività d’indagine a carico del pluripregiudicato Pasquale Gente, nato a Napoli, 59 anni, ed ivi residente, per i reati di truffa e tentata truffa aggravati dall’aver commesso i fatti ai danni di donne anziane.
Il provvedimento di cattura è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Ragusa a seguito dell’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale ibleo notificata ieri all’indagato al momento dell’arresto.
Prima dell’estate la Polizia di Stato ha iniziato a registrare più denunce di truffa consumate in provincia di Ragusa con lo stesso modus operandi.
Raccolti i primi elementi già nel mese di giugno 2018, gli uomini della Squadra Mobile iblea davano avvio ad un’intensa caccia all’uomo, considerato che le vittime erano tutte donne anziane ed il malfattore creava un danno non solo economico ma soprattutto psicologico.
Partendo proprio dai luoghi delle truffe consumate, le indagini si sono concentrate sugli impianti di videosorveglianza poiché le vittime riferivano di aver ricevuto in casa il truffatore e di essere in grado di riconoscere l’autore.
Dopo indagini senza sosta e grazie alla collaborazione delle vittime, gli investigatori riuscivano a cogliere qualche elemento utile per poter proseguire le indagini, come la macchina utilizzata dal truffatore oggi arrestato e quindi la sua identità.
Le vittime raccontavano, tutte in modo dettagliato, quanto a loro occorso così, gli investigatori, hanno avuto la certezza che si trattasse di un unico gruppo di truffatori e solo con il loro aiuto è stato possibile far riconoscere l’autore senza alcun dubbio.
Il modus operandi era il seguente e si può evincere da uno stralcio delle tante denunce ricevute e di seguito riportate (con le modifiche e le omissioni del caso):
sono stata contattata sull’utenza telefonica di casa da una persona di sesso maschile il quale si qualificava come l’avvocato <>; lo stesso mi spiegava che mio figlio aveva avuto un incidente stradale e che aveva causato delle lesioni ad un ragazzo che viaggiava con un motorino; detto ciò, il sedicente avvocato passava il telefono ad un’altra persona che si qualificava come il Maresciallo <>. Il sedicente maresciallo mi confermava che mio figlio era stato trattenuto in caserma in stato di fermo perché aveva investito un ragazzo che era in ospedale; a dire dell’interlocutore, il danno provocato da mio figlio era ammontante a euro 25.000,00 ma, essendo la nostra una famiglia per bene, il nostro avvocato e l’avvocato del ragazzo si erano accordati per un risarcimento di euro 7.500,00; l’interlocutore mi riferiva che era stato lo stesso mio figlio a chiedere di contattarmi per procurare il denaro; a quel punto mi chiedeva di recarmi in banca a prelevare del denaro, raccomandandomi l’urgenza; credendo in ciò che mi avevano mi sono subito recata presso la mia banca ed ho prelevato il denaro; ricevevo diverse telefonate ed il sedicente avvocato <> mi chiedeva se avessi preso i soldi e a quanto ammontava il denaro; riferivo di aver preso euro 5.000,00; l’interlocutore mi esortava a sbrigarmi perchè l’avvocato era sotto casa; ho aperto il portone e ho trovato un giovane al quale ho consegnato i soldi. Dopo l’accaduto chiamavo mia nuora alla quale raccontavo i fatti e insieme a lei capivo di essere stata vittima di una truffa”.
Questo è lo stralcio di una delle tante denunce ricevute, praticamente identica alle altre.
Purtroppo le indagini non hanno permesso di risalire all’identità dei complici di Gente Pasquale ma grazie al riconoscimento da parte delle vittime, è stato possibile individuare l’odierno arrestato senza alcun dubbio. Di sicuro Gente aveva come complici alcuni soggetti rimasti ignoti e dimoranti in territori napoletano dove era stata organizzata una vera e propria centrale telefonica dalla quale quotidianamente partivano decine e decine di telefonate al fine di poter individuare la vittima. I malfattori fingevano una chiamata da parte di un avvocato con cognome comune nei luoghi dove operavano e poi chiamando le vittime per nome dopo averlo preso dall’elenco telefonico riuscivano ad ottenerne la fiducia.
Oltre al riconoscimento fotografico da parte delle vittime gli agenti della Polizia di Stato hanno raccolto numerosi altri indizi grazie a tecniche investigative sofisticate.
A carico di Pasquale Gente, al quale il GIP contesta ben 6 capi di imputazione tra truffa e tentata truffa aggravata.