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166A� ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA POLIZIA

by Redazione
24 Ottobre 2018
in Cronaca
166A� ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA POLIZIA
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Oggi, 10 aprile, alle ore 10.00 la Polizia di Stato ha celebrato, presso il Castello di Donnafugata, il 166A? Anniversario della Fondazione.

La cerimonia ha avuto inizio davanti alla Questura, dove, sulle note del silenzio di ordinanza, è stata deposta una corona commemorativa sul cippo dei Caduti della Polizia di Stato: il Questore, insieme al Prefetto di Ragusa, Dr.ssa Filippina Cocuzza e a una rappresentanza dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, hanno voluto porgere un omaggio deferente a quanti hanno compiuto il Loro dovere fino all’estremo sacrificio della vita.

Alle ore 10.00, presso il Castello di Donnafugata, gli uomini e le donne della Polizia di Stato, schierati alla presenza di tutte le Autorità intervenute, sono stati premiati dal Questore Salvatore La Rosa con i riconoscimenti risultato di particolari meriti di servizio.

Lo schieramento, formato da auto e moto della Questura e della Polizia Stradale, quest’anno consta anche di una pattuglia di cinofili con il labrador nero ‘Ultimo’ e di una pattuglia del Reparto a Cavallo in alta uniforme, con due cavalli bai neri di razza Murgese ‘Erika’ e ‘Fedro’.

Gli orchestrali della Scuola ‘Francesco Crispi’ di Ragusa, diretti dal maestro Sebastiano Cannizzo e dal maestro Sebastiano Molè, hanno eseguito alcuni brani tra cui la colonna sonora del film, ‘La vita A? bella’, mentre il coro dei 25 bambini di V C, diretto dal maestro Marco Logadari, ha eseguito ‘l’Inno d’Italia’.

Si ringraziano, per la preziosa collaborazione:
– Il Signor Sindaco del Comune di Ragusa
– Il Dirigente Scolastico dell’Istituto di istruzione Superiore ‘Galileo Ferraris’ di Ragusa -Prof.ssa Giovanna Piccitto
– Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Francesco Crispi di Ragusa-Prof.ssa Maria Grazia CarfA?
-Il Presidente del Consorzio del Cioccolato Di Modica – Antonino Scivoletto
-Il Mercato del fiore di Guarino Ignazio S.R.L.

Questo il discorso pronunciato dal Sig. Questore, dr. Salvatore La Rosa:

Sig. Prefetto, Autorità civili, militari e religiose, illustri ospiti, cari studenti, pregiatissimi colleghi, vi ringrazio per essere qui ad impreziosire con la vostra presenza questo momento celebrativo.
Oggi ricordiamo il 166A? Anniversario dalla Fondazione della Polizia.
Oggi A? la Festa di tutte quelle donne e quegli uomini che con passione, coraggio, spirito di servizio e, soprattutto, con l’orgoglio di indossare l’uniforme della Polizia di Stato, silenziosamente scrivono, giorno dopo giorno, pagine di ordinaria dedizione al dovere e di attaccamento allo Stato.
Ma oggi, noi della Polizia, vogliamo che sia anche la Festa di tutti quei cittadini che reclamano uguaglianza, sicurezza e giustizia per tutti.
Ecco, a costoro, giovani e anziani, uomini e donne, studenti, lavoratori, pensionati, dico con forza che gli uomini della Polizia di Stato rispondono quotidianamente a queste legittime richieste con il loro impegno e il loro sacrificio, a volte anche estremo.
Oggi ricordiamo, quindi, anche e soprattutto i nostri tanti, troppi caduti, quelli noti e quelli meno conosciuti, tutti legati tra loro e a noi da un sottile filo rosso, cioA? l’impegno per il bene comune.
Secondo le regole del cerimoniale, dovrei, a questo punto, presentare i dati, le percentuali, le cifre dell’attività svolta nell’ultimo anno dalla Polizia di Stato nel nostro territorio ma so che, senz’altro, vi tedierei al pari di quanto io stesso mi sia annoiato nelle numerose occasioni in cui ho ascoltato altri esibire freddi numeri, spesso spiegati con accorta indulgenza.
Ho preferito affidare ad uno scritto, che sarà consegnato agli organi di stampa per la successiva divulgazione, i significativi risultati che gli uomini della Polizia di Stato della provincia di Ragusa hanno conseguito dall’aprile 2017 ad oggi.
In questa sede mi limito a ricordare che il numero dei delitti nei nostri territori si è abbassato, nel periodo preso a riferimento, del 4 e mezzo % circa e che la nostra provincia, secondo l’ultimo rapporto sulla qualitA? della vita pubblicato dal ‘Sole 24 ore’, con riferimento alla voce ‘Giustizia e Sicurezza’, si posiziona al 39A? posto tra le provincie italiane, con un miglioramento di 13 posizioni.
E’ il risultato tangibile di un lavoro svolto in sinergia con le altre ‘Agenzie’ che si occupano di sicurezza nella nostra provincia e che dimostra, ancora una volta, come la ‘Squadra Stato’, nella sua declinazione afferente la ‘Security’, sia efficiente e fornisca risposte concrete alle istanze che provengono dai cittadini.
Con specifico riferimento alla Polizia di Stato, mi piace ricordare che nel corso di quest’ultimo anno, oltre alla miriade di ‘attività c.d. ordinarie’ ma per questo non meno importanti, sono state realizzate specifiche attività, sia sotto il profilo della prevenzione che della repressione, di particolare pregio e di notevole impatto mediatico.
Mi riferisco:
al lavoro, spesso oscuro, della Digos che, oltre a seguire in modo intelligente e discreto le vicende più spinose che si agitano in provincia, ha consentito di realizzare nell’ultimo anno 9 espulsioni di stranieri sospettati di legami con ambienti terroristici (nr. 2) o, comunque, ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica (nr. 7);
ai 2 maxi sequestri di stupefacenti (per un totale di circa 630 kg) operati dalla Squadra Mobile e dall’UPGSP, a cui si aggiunge un altro sequestro di 42 kg di droga operato dalla Sezione della Polizia Stradale, sempre con il concorso della Squadra Mobile;
alle attività di contrasto al ‘Capolarato’, messe in atto dalla Squadra Mobile, che si sono caratterizzate come la prima applicazione sul territorio nazionale della nuova normativa sul fenomeno ed hanno condotto a numerosi arresti (nr. 8) e, successivamente, anche alle prime condanne;
alle operazioni di contrasto allo spregevole reato di ‘Tratta di esseri umani’, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, che ha prodotto numerosi fermi (nr. 12) ed alla lotta senza tregua alle organizzazioni criminali, sia mafiose che non, che ha condotto ad una pletora di arresti e consentito altresé la restituzione di una gran quantità di beni sottratti illecitamente ai cittadini.
Sono risultati rilevanti che condivido con il dott. Giuseppe Gammino, mio amico ed illustre predecessore, che colgo l’occasione di ringraziare pubblicamente per avermi lasciato in ereditè una Questura operativamente ed organizzativamente ben strutturata.
Ma oltre ai successi più significativi che ho a tergo indicato, mi piace ricordare ancora:
l’impagabile lavoro dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia Scientifica che, più di altri, sono in prima linea nella gestione dei complessi fenomeni migratori che coinvolgono il nostro territorio che, ricordo, A? interessato dalla presenza dell’Hotspot in Pozzallo;
la diuturna attività dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, degli Uffici Controllo del Territorio dei Commissariati e della Polizia Stradale che assicurano, senza soluzione di continuitA?, l’attività di prevenzione e soccorso pubblico sulle strade della nostra provincia;
l’operositA? del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Modica che, tra l’altro, ha triplicato gli arresti nell’ultimo anno;
il fervore operativo, efficace e deciso, del Commissariato di P.S. di Vittoria, insostituibile presidio di legalitè in un territorio, come quello ipparino, in cui storicamente A? presente una criminalitA? aggressiva e determinata;
l’attività del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Comiso che, tra l’altro, garantisce, senza sbavature, la security aeroportuale nell’ormai consolidata realtàdell’aeroporto Pio La Torre.
Non posso, poi, non menzionare l’improbo e silente lavoro delle Divisioni di Polizia Amministrativa e Sociale e di Polizia Anticrimine che, con la loro attività provvedimentale, incidono, ampliandola o restringendola, sulla sfera giuridica dei cittadini, tenendo tuttavia sempre presente che il bene primario A? la sicurezza della collettivitA?.
Del pari non posso tacere del prezioso lavoro di quelle altre articolazioni, come l’Ufficio Tecnico Logistico, l’Ufficio Risorse Umane, l’Ufficio Amministrativo Contabile e l’Ufficio Sanitario, che, seppur con una intuibile minore visibilitA?, consentono a tutti noi di poter lavorare con maggiore serenitA? fornendo, organizzando e curando le risorse umane, strumentali ed economiche.
Ultimo ma non ultimo, un pensiero non può non andare al mio Ufficio di Staff.
Mi riferisco, ovviamente, all’Ufficio di Gabinetto e al dott. Nicola Spampinato, il mio Vicario.
Soprattutto con loro pianifico i servizi di Ordine Pubblico, con loro mi confronto quotidianamente prima di assumere molte delle decisioni più delicate ed A? quindi a loro che va un ringraziamento ‘speciale’ ‘ atteso che più degli altri devono sopportarmi!
Fatti i meritati ringraziamenti a tutti coloro che mi collaborano, non posso non evidenziare che a fronte del calo dell’indice di delittuositA? e dei significativi risultati conseguiti non sempre corrisponde un aumento della percezione di sicurezza nelle nostre comunitA?.
I cittadini, infatti, sono spesso preoccupati, allarmati e smarriti.
Tali percezioni, cosé profondamente confliggenti con i dati della c.d. sicurezza rilevata, sono influenzate da molti altri fattori come, ad esempio, il degrado di talune aree delle nostre città e la sensazione di precarietA? determinata da una crisi economica che sembra non finire mai.
Questo mix esplosivo determina ‘paura’, cioè quella sensazione che si prova in presenza o, comunque, al pensiero di un pericolo vero o immaginario e che, quindi, non sempre A? percezione dell’ambiente circostante ma spesso si connota più come una reazione all’ambiente percepito.
Occorre comprendere, quindi, quale sia la genesi della paura e in che modo sia possibile oggettivarla, cioA? far sé che l’aspetto emozionale che la caratterizza si manifesti solo in presenza di rischi oggettivi e non solo percepiti.
Viviamo nella società probabilmente più sicura della storia ma al contempo siamo dominati da un senso di precarietA? generalizzata che pervade ogni aspetto della nostra vita e che A? significativamente legato agli stili di rappresentazione del rischio.
CiA? si traduce in un esponenziale aumento della domanda di sicurezza atteso che qualsiasi tipo di incertezza, nonostante vi sia stato un oggettivo miglioramento complessivo delle condizioni sanitarie, alimentari, sociali e di sicurezza, viene vissuta come un rischio.
Nell’illusione che si possa aspirare ad una ‘società a rischio zero’, assistiamo alla affermazione della fobia di provare a governare il rischio di ogni cosa e l’intolleranza per qualsiasi, anche minima, smagliatura nell’offerta di ‘sicurezza attesa’ diventa fonte di ansie e di paure.
Torniamo, quindi, alla classica distinzione tra il c.d. ‘rischio reale’ e il c.d. ‘rischio percepito’ e, di conseguenza, allo scarto, spesso considerevole, tra la misura, in termini di probabilitA?, di un certo rischio e il modo in cui questo viene invece percepito dalla popolazione.
Questo scarto, in molti casi anche elevato, dipende da diversi fattori sia soggettivi (aspetti emotivi, cognitivi, culturali dei singoli) che oggettivi (influenze ambientali e sociali), tra loro interconnessi in un mix complesso e, quindi, difficilmente oggettivabile e misurabile.
Ma cosa è possibile fare per ridurre questo scarto?
Sicuramente, in primo luogo occorrerebbe affrontare un percorso, certamente lento e difficile, per aumentare considerevolmente la base di coloro che sono dotati di strumenti culturali adeguati per dominare l’incertezza.
Poi, nel prendere atto della influenza, nella formazione della opinione pubblica, della ‘Comunicazione’, che si inserisce prepotentemente nello spazio tra la realtàdei fenomeni sociali e la loro rappresentazione, non si può non fare riferimento al tema dei modelli di narrazione, utilizzati trasversalmente da tutti i media, che sono sempre più attratti ed orientati verso una, a volte addirittura esasperata, spettacolarizzazione del male e del dolore.
Contestualmente occorrerebbe recuperare le aree urbane e sub-urbane che si trovano in condizioni di abbandono atteso che, in molti casi, una telecamera o anche solo un lampione possono essere importanti quasi quanto una pattuglia.
Ma occorre chiedersi, e qui mi rivolgo alla mia gente, cosa possiamo fare noi della Polizia di Stato, più di quanto già non facciamo, per far sentire più sicura la collettivitA??
Donne e uomini della Polizia di Stato, in un contesto come quello delineato, anche e soprattutto NOI siamo chiamati ad un maggiore impegno.
Il motto ‘Esserci Sempre’, che accompagna questa celebrazione ormai da anni, è il distillato della nostra mission primaria cioA? ‘presenza attiva sul territorio al servizio del cittadino’.
Mi rendo conto come non sia facile richiedere un ulteriore sforzo, un maggiore impegno in un’epoca in cui gli operatori di polizia sono mediamente più vecchi e quindi più affaticati ed appannati a motivo del blocco del turnover intervenuto negli scorsi anni e adesso fortunatamente superato.
Io, perA?, sono convinto che tutti insieme possiamo dare ancora qualcosa in più di quanto già riusciamo ad offrire.
Sono convinto che attraverso la cura delle risorse umane, attraverso il riconoscimento della loro centralitA?, si può ulteriormente alzare l’asticella.
Tutti noi sappiamo che sono molti i Poliziotti, di ogni ordine e grado, che antepongono l’interesse generale a quello proprio.
A loro e alle loro famiglie, che vivono quotidianamente gli inevitabili disagi di questo impegno, va il mio più sentito e vivo ringraziamento!
A loro, che sono esempio di attaccamento al dovere e di lealtA?, chiedo anche di essere trascinatori di quei pochi che, invece, sembra abbiano smarrito la strada.
In una stagione di grandi riforme che sta coinvolgendo gli uomini in divisa e che, come Questura di Ragusa, stiamo coerentemente accompagnando, anche con il responsabile sostegno delle Organizzazioni Sindacali, con una riorganizzazione degli Uffici per renderli più funzionali alla realizzazione dei nostri obiettivi, non dobbiamo mai dimenticare il giuramento di fedeltA? che ciascuno di noi ha pronunciato all’inizio della nostra missione.
Donne e Uomini della Polizia di Stato di Ragusa, voi siete la famiglia di cui mi sento orgogliosamente parte ed A? a voi, che come vuole la nostra Costituzione fate il vostro lavoro con onore e disciplina, che formulo, prima che a me stesso, i miei più vivi, sentiti e vibranti auguri.
Viva la Polizia di Stato!
Viva il Tricolore!
Viva l’Italia!

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