Quando si parla di piano regolatore occorre fare diverse premesse.
La considerazione da fare è che questo strumento di programmazione coinvolge tanti portatori di interessi, non identificabili in un gruppo orientato politicamente, ma assolutamente trasversali.
Ci sono, dunque, cittadini ed imprenditori di destra, di centro e di sinistra. E tra questi occorre distinguere tra chi ha particolari sensibilità verso il territorio, e dunque non vorrebbe nuove cementificazioni, chi ha sensibilità verso il mantenimento inalterato dei sistemi economici, e dunque non vorrebbe nuove farmacie, nuovi supermercati, nuovi centri commerciali, nuovi ristoranti etc., e chi invece vorrebbe tante novità per realizzare lavori, occupazione, nuove economie che possano permettere ai nostri figli di restare e trovare sviluppo ed occupazioni e non emigrare.
Questi sono gli interessi in gioco.
Quanto di questo è stato fatto? Quanti di questi interessi sono stati presi in considerazione? E come?
Quali sono le scelte fatte e perché?
Certamente non è facile rappresentare tutto e tutti, e forse per questo occorrerebbe avere maggiore pazienza e mettersi nelle condizioni di condividere sempre di più, di partecipare, di aprirsi.
Sicuramente mi sbaglio, ma la sensazione che percepisco, invece, è quella della chiusura, del segreto, del tutto preconfezionato ed intoccabile.
E poi ci sono i costruttori che, dalla monarchia ad oggi, costituiscono la lobby di portatori di interesse maggiore in città e sono stati sempre rappresentati da chi era al comando, da chi aveva il potere in mano.
Questo è il loro piano regolatore. Questo strumento di programmazione, nella storia repubblicana di questa città, non è mai stato così permeato dagli interessi particolari di questo gruppo, i costruttori edili della nostra città, come lo è in questo particolare frangente.
Pensate che i costruttori siano con un politico o con un altro? Sono con tutti. E questo i politici lo sanno, e fanno a gara per rappresentarli, ovviamente per il bene della città.
Cosa c’è di strano, dunque, che il piano regolatore venga approvato da Nello Dipasquale?
È stato Sindaco di Ragusa e per Ragusa ha fatto quello che forse nessuno ha mai fatto fino ad oggi.
Pensate forse che i costruttori, tutti, escluso nessuno, non passino dalla sua segreteria per avere un consiglio oppure per portare i saluti? E dunque. in un momento di difficoltà dell’amministrazione, che non ha un numero di consiglieri “compatibili” in grado di poter reggere il numero legale della seduta, corre in soccorso dell’amministrazione, incassa il risultato politico pieno dell’approvazione del piano, anche senza votarlo.
È sufficiente che almeno tre consiglieri dei suoi siano presenti in aula, anche senza votare a favore, ma mantenendo in piedi il numero legale. Ed il piano sarà approvato.
Certo non è gratis. Dipasquale ha posto delle condizioni, degli emendamenti che Cassì dovrà approvare.
Non scendiamo nel particolare, tanto la verità non la sapremo mai. Vediamo quello che vogliono farci vedere. Non illudiamoci.
Il dato importante è il fallimento del metodo: non si può fare a meno di concertare e condividere con tutti i portatori di INTERESSE della città.