Non conosce sosta l’attività sul territorio dei Carabinieri coordinati dal Comando provinciale, a tutela dei cittadini contro reati di ogni sorta.
Ad Acate, controllo straordinario del territorio a largo raggio dei Carabinieri per contrasto ai reati in genere: 2 vittoriesi arrestati per illecita detenzione di fucili, pistole modificate, numerose cartucce e circa 150 grammi di marijuana.
L’attività ha permesso di procedere all’arresto di 2 vittoriesi, padre e figlio, rispettivamente identificati in O.B., cl.60, e O.G., cl.85, responsabili dei reati di detenzione ai fini di spaccio di circa 150 grammi di marijuana ed illecita detenzione di armi e munizioni.
I controlli del territorio hanno avuto ad oggetto il comune di Acate ove i Carabinieri della locale Stazione, con il supporto del personale dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia”, ha operato un controllo all’interno di una azienda agricola acatese di proprietà di O.B. e O.G.
L’attività di polizia ha permesso di rinvenire nelle pertinenze dell’azienda agricola, e precisamente occultati all’interno di uno stabile adibito a magazzino, marijuana per un totale di circa 150 grammi unitamente a materiale per il confezionamento della sostanza.
Rilevato quanto emerso, i militari hanno dato esecuzione ad una perquisizione dei locali rinvenendo, nel medesimo magazzino, anche 3 pistole a salve, opportunamente modificate per esplodere colpi d’arma da fuoco, e 2 fucili clandestini le cui matricole risultavano parzialmente abrase.
Ancora, gli ulteriori accertamenti hanno permesso di scoprire la detenzione di 320 cartucce di vario calibro e ritenute comunque tutte compatibili per essere esplose dalle armi rinvenute.
I Carabinieri hanno pertanto sottoposto a sequestro le armi, le munizioni e la sostanza stupefacente, accompagnando presso gli uffici i due vittoriese per identificarli compiutamente.
Terminati gli atti di rito, i militari hanno proceduto nei confronti di O.B. e O.G. a deferirli in stato di arresto all’Autorità Giudiziaria per i reati di detenzione abusiva di armi, alterazione di armi, illecita detenzione di munizioni e detenzione illecita di sostanze stupefacente.
A Marina di Ragusa, si ripete a truffa dello specchietto: quarantunenne netino denunciato.
Oltre vent’anni di “carriera” criminale alle spalle, principalmente di furti e truffe perpetrate in lungo e in largo per tutto lo Stivale. Dal siracusano al mantovano, dal trapanese a forlivese, dal crotonese all’anconetano; solo alcune, queste, tra le decine di province italiane dove un pluripregiudicato di Noto, più volte arrestato nel corso degli anni, colpiva le proprie vittime, specialmente persone in età avanzata.
Ultima scorribanda, in ordine di tempo, sul litorale di Ragusa, da lui più battuta tra le province siciliane, con il suo cavallo di battaglia, l’ormai tristemente famosa truffa dello specchietto.
I fatti nel pomeriggio dell’ultimo giorno dello scorso febbraio, il copione lo stesso di sempre: incrocio tra la propria autovettura e quella di un malcapitato automobilista, simulazione di impatto tra gli specchietti con relativo finto danneggiamento ed infine immediata richiesta di risarcimento economico sul posto, scongiurando l’intervento delle compagnie assicurative.
Vittima, in questa occasione, una 65enne pensionata ragusana che, consegnando al truffatore la somma di 150 euro, si è solo in un secondo momento accorta di essere caduta nell’ormai celebre trappola.
Denunciati immediatamente i fatti ai Carabinieri di Marina di Ragusa, questi hanno subito dato il via alle indagini che, grazie alle immagini di videosorveglianza pubblica e privata del circondario, hanno permesso l’individuazione del truffatore ed il suo deferimento all’Autorità Giudiziaria iblea per il reato di truffa aggravata.
I Carabinieri ricordano a tutti gli utenti della strada di non acconsentire mai a dazioni di denaro in caso di presunti sinistri stradali, demandando sempre l’accertamento della reale dinamica dei fatti alle competenti compagnie assicuratrici tramite la compilazione del modulo di constatazione amichevole di incidente e, in ogni caso, rivolgersi immediatamente al numero unico di emergenza 112 qualora sospettino di essere incappati in simili tentativi di truffa.
I Carabinieri della Stazione di Monterosso Almo hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribuna di Ragusa, conducendo in carcere un pregiudicato catanese, colpito da un aggravamento della misura del divieto di dimora nel circondario monterossano emesso dal Tribunale ibleo per ripetute minacce ed aggressioni in danno della ex convivente ed alcuni suoi familiari.
Dopo ripetute violazioni del divieto di dimora, nell’ultimo episodio l’uomo, un sessantottenne catanese reo di aver in più circostanze violato il divieto impostogli dal Tribunale, è stato sorpreso dai Carabinieri della Stazione di Monterosso, allertati dalla cittadinanza, mentre in preda all’ira nei confronti della donna, peraltro vicina di casa, vagava per le vie del paese armato di una motosega. Accompagnato in caserma per l’espletamento delle formalità di rito, è stato quindi condotto nel carcere di Ragusa, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Nella mattinata di martedì scorso i militari della Stazione di Ispica, durante un servizio finalizzato alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’area ispicese, hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, un 34enne del posto, convivente, operaio e con precedenti specifici in materia.
L’uomo, reso edotto delle facoltà di legge, è stato sottoposto a perquisizione personale e domiciliare presso la propria abitazione, all’interno della quale sono stati rinvenuti 52 grammi di marijuana, 13 grammi di semi della stessa sostanza stupefacente, 4 piante di “canapa indica” dell’altezza media di 80 centimetri circa e del peso complessivo di 1 Kg, coltivati in impianto “indoor”, ed 1 bilancino di precisione.
Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro penale. Partecipata la Procura della Repubblica di Ragusa, per l’arrestato sono stati disposti gli arresti domiciliari. Nella giornata di ieri l’arresto è stato convalidato dal Tribunale di Ragusa.
L’attività di polizia giudiziaria dimostra, nella sua forma più concreta, quanto sia incisiva e necessaria la presenza dell’Arma sul territorio della giurisdizione, in modo tale da avere cognizione delle varie evoluzioni delinquenziali che si diffondono nelle varie realtà sociali della città. Il fine che quotidianamente gli uomini dell’Arma sono deputati a conseguire, ancora una volta, può dirsi ottenuto.