Il carrubo possiede potenzialità enormi. E’ l’emblema di un territorio. Che può aspirare a un epilogo diverso da quello economico, con una serie di azioni mirate. L’inserimento della sua filiera in un progetto con finalità specifiche può favorire lo sviluppo di sistemi innovativi. Sono i temi cardine emersi durante il convegno promosso nell’ambito del progetto “Go Carrubo – In syde car” tenutosi ieri sera nella sede dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa. Il progetto, finanziato dal Psr Sicilia 2014/2022 ai sensi della Sottomisura 16.1 denominata “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del Pei in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, ha voluto centrare l’attenzione sulla messa a punto di adeguati piani di coltivazione per migliorare le rese e la produttività, sul miglioramento delle tecniche di trasformazione dei frutti ottenendo una farina rispondente alle richieste dell’industria alimentare e sull’individuazione di adeguate forme di utilizzo della farina nella preparazione di alimenti.
Dopo i saluti del sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì; del dirigente dell’ispettorato dell’Agricoltura di Ragusa, Giorgio Carpenzano; e di Giuseppe Iacono, vicepresidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa, in rappresentanza del presidente Giuseppe Dipietro, i relatori sono scesi nel dettaglio delle fasi progettuali svolte. Il dottore agronomo libero professionista Giuseppe Cicero ha evidenziato che le caratteristiche di rusticità e la facilità di gestione agronomica rendono questa pianta adattabile a tutte le condizioni pedoclimatiche del territorio nazionale, evidenziando che l’appartenenza alla grande famiglia delle leguminose, così come le sue caratteristiche biologiche, le conferiscono il grande pregiosi di essere utile al miglioramento dei suoli. Il dottore agronomo Gaetano Alessandro Guarino, consulente ProSea Srl, partner del gruppo operativo Go Carrubo, ha affrontato i punti salienti del progetto, chiarendo che i partner sono state aziende agricole tipiche del territorio ragusano e modicano nelle quali la coltivazione di carrubi non rappresenta l’attività prevalente e che l’identificazione delle piante è stata fatta con cartelli e codici identificativi.
Il dottore agronomo e imprenditore agricolo Giovanni Maltese, partner del gruppo operativo Go Carrubo, ha parlato delle “Prove di campo” chiarendo che “il carrubo è una pianta che rappresenta il territorio e che nell’ambito di questo progetto è stata inserita una specifica finalità in risposta non solo alle esigenze del territorio, ma anche e soprattutto a quelle degli agricoltori”. Il dottore agronomo Leandro Nigro, consulente Sata Srl, ha concentrato la propria attenzione sulla “Adozione delle procedure di controllo e certificazione”, illustrando i passaggi per la redazione e l’adozione del disciplinare di produzione, con la valutazione delle analisi nutrizionali condotte in fase progettuale e l’ottenimento della certificazione di prodotto. Il primo ricercatore dottore agronomo Antonio Giovino, responsabile scientifico Crea sede di Palermo, è intervenuto sulla “Caratterizzazione genetica e morfologica delle accessioni di carrubo siciliano (Ceratonia siliqua L.)” precisando che in questo lavoro sono state analizzate morfologicamente e geneticamente 19 accessioni e che complessivamente sono stati considerati 13 caratteri quantitativi relativi a foglia, legume e seme. “Per indagare la diversità genetica – ha detto – sono stati utilizzati 9 primer Ssr marcati con fluorescenza, indicati come polimorfici in letteratura”.
Infine, il tecnologo alimentare Luigi Gurrieri, consulente Pro.Se.A. Srl, partner del gruppo operativo Go Carrubo, è intervenuto chiarendo quali le “Prove di trasformazioni e assaggi” effettuati, soffermandosi, ad esempio, sugli impieghi dello sciroppo di carrubo che troviamo come dolcificante, come base (gelati, granite, gelatine, etc.) e con altri ingredienti (creme spalmabili, dolci, marmellate e altro ancora). Capofila del progetto è Sicilian carob flour srl competente sulle prove di trasformazione, coadiuvato da altri 13 partner rappresentanti la filiera del progetto. Che si pone tra gli obiettivi la trasformazione della produzione in farina, l’attività di controllo e certificazione del processo, la redazione di un disciplinare di produzione e la messa a punto di tecniche per migliorare l’utilizzo delle farine di carrube.