E’ lui Mohamed Anwer Debich (nella foto) il tunisino che, dopo avere compiuto 21 anni lo scorso giugno ed essere arrivato in Italia qualche giorno dopo, nel periodo di luglio, è stato ucciso a coltellate ieri sera a Santa Croce. Il giovane non aveva ancora trovato lavoro, ma era speranzoso di poterlo fare. Ieri sera, però, ha trovato la morte.
Dopo una rissa scoppiata, a quanto pare, per futili motivi, un altro migrante, ancora attivamente ricercato dalle forze dell’ordine, avrebbe affondato la lama del proprio coltello più volte sul corpo di Mohamed. Il quale si è spento sul selciato di quella strada dove avrebbe dovuto trascorrere qualche ora all’insegna dell’allegria e della spensieratezza (visto che era in corso la festa di Santa Rosalia, comunque un diversivo per i musulmani non credenti). Le speranze di una vita migliore si sono affievolite nel modo più barbaro possibile. A Santa Croce vox populi indica già chi è stato ad armare la propria mano per uccidere il ragazzo. Il tutto, a quanto sembra, sarebbe riferibile al giro della dismissione della plastica a cui Debich, a quanto pare pestando i piedi a qualcuno, voleva a tutti i costi partecipare, pur di fare qualche soldo. C’è chi sostiene, tra l’altro, che ad avere avviato la rissa sia stato proprio la vittima per una serie di scelte che hanno fatto infuriare chi da anni si trovava nel giro e avrebbe rischiato di trovarsi estromesso da chi stava attuando, diciamo così, pratiche di concorrenza sleale. Ognuno dei contendenti ha dunque chiamato i gruppi a sostegno che sono arrivati a dare manforte ai propri punti di riferimento. La situazione è subito precipitata dopo l’accoltellamento e per il 21enne non c’è stato nulla da fare. E’ morto sul marciapiede di via Giardino.