Il Gip del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, ha convalidato i fermi disponendo la custodia cautelare in carcere nei confronti dei tre tunisini fermati al termine di un’indagine lampo dei carabinieri in quanto coinvolti a vario titolo nell’assassinio di Mohamed Anwer Debich (nella foto), connazionale di 21 anni. Intanto ieri mattina il sostituto procuratore Santo Fornasier ha affidato l’incarico per l’autopsia della vittima al medici Giuseppe Ragazzi ed Andreana Maglitto. I ctu hanno chiesto 90 giorni per il deposito. In tutto sono sette gli indagati. Oltre ai tre fermati ci sono altri quattro tunisini, tra cui il fratello maggiore dei due accusati di omicidio. Il giudice, accogliendo la richiesta della Procura, ha anche emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di altri tre tunisini, due 35enni e un 26enne, per rissa aggravata, lesioni personali e porto abusivo di strumenti atti a offendere. I tre sono stati arrestati. E al momento si trovano a Caltagirone perché nella casa circondariale di Ragusa non ci sono più posti. Un’altra persona è indagata a piede libero.
L’identificazione dei soggetti è stata possibile grazie alle indagini dei carabinieri, dall’acquisizione di alcuni filmati dei sistemi di videosorveglianza, dalle testimonianze e dai rilievi tecnici compiuti dal nucleo investigativo dei militari. Sono indagati a piede libero per rissa aggravata dal fatto che c’è stato un morto, due di loro rispondono anche di lesioni personali. A difenderli sono gli avvocati Pietro Sortino, Francesco Pannuzzo, Massimo Garofalo e Daniele Drago. L’esame è iniziato alle 13 all’obitorio di Ragusa Ibla. Solo la difesa dei due fratelli ha nominato un consulente di parte.
Ad uccidere Debich sabato sera – secondo l’accusa – è stato un tunisino di 22 anni. Dopo una rissa scoppiata, a quanto pare, per problemi legati al mercato della raccolta della plastica dismessa dalla serre. I militari dell’Arma hanno recuperato le armi bianche usate nella rissa: coltelli, machete e catene. L’identificazione dei tre fermati la cui posizione è più pesante, due fratelli di 22 e 25 anni, difesi dall’avvocato Enrico Platania, ed un terzo soggetto 28enne, accusato di tentato omicidio, assistito dall’avvocato Daniele Scrofani, è stata possibile grazie alle attività d’indagine condotte dai carabinieri, concluse con i fermi di indiziato di delitto emessi dal pm Santo Fornasier.