“Esattamente 20 anni fa a Ragusa, promossa da Legambiente, si svolgeva la prima giornata della “Domenica senz’auto“ e si raccoglievano più di 3.000 firme per la chiusura al traffico di via Roma con l’istituzione dell’isola pedonale, riscontrando adesioni anche da parte di commercianti del centro storico.
Oggi, raggiunto questo obiettivo minimale, anche con importanti investimenti, invece di allargare l’area interdetta alle auto al quadrilatero tra via Mario Leggio, corso Italia, via Mario Rapisardi e via S. Anna, si propone di tornare indietro. Come se qualche auto che transitasse in via Roma fosse in grado di rivitalizzare il centro storico e riaprire i negozi e aumentare le vendite dei pochi rimasti”. Così Legambiente con il circolo “Il carrubo” intervenendo nel dibattito che sta tenendo banco sulla via principale della città, un tempo salotto buono della stessa.
“E’ vero tutto il contrario – ancora Legambiente – sono le aree pedonali a contribuire a far tornare le persone al centro, a creare occasioni di incontro e di conseguenza anche acquisti. Chi oggi vuole tornare indietro e abolire l’isola pedonale anni fa plaudiva alla nascita dei centri commerciali, i veri killer della piccola distribuzione, mentre alcuni sindaci svuotavano il centro storico di abitanti con la creazione di varianti di Peep in zona agricola su indicazione di imprese e cooperative edilizie. Se si vuole rivitalizzare il centro storico occorre riportarci gli abitanti costretti ad andare ad abitare in costruzioni anonime in periferia. I negozi ritorneranno se ci sarà una domanda da parte dei nuovi residenti e dando funzioni al centro: creando servizi per gli abitanti, ridando funzioni ai vuoti esistenti.Il complesso della Badia, Il cinema La Licata, Il fungo di piazza Libertà, l’ex albergo San Giovanni con annessi i locali dell’ex liceo scientifico sul Ponte Vecchio sono solo alcuni degli edifici che vanno riqualificati e restituiti alla città. Il ritorno all’apertura di via Roma al traffico è non solo anacronistico, ma anche impossibile dal punto di vista urbanistico. Va contro le politiche di riduzioni delle emissioni atmosferiche in un’epoca in cui il vero pericolo incombente è il cambiamento climatico e in controtendenza alla stragrande maggioranza di città capoluogo e comuni più piccoli che puntano sempre di più a ridurre l’invadenza delle auto nei centri storici”.