A un paziente di Ragusa il 17 marzo scorso il medico di famiglia, a fronte di una sospetta neoplasia, prescrive una esofagogastroduodenoscopia con biopsia. Il medico non ravvisa particolari motivi di urgenza e pertanto indica che l’indagine sia effettuata entro i 60 giorni.
Lo stesso giorno della visita il paziente chiede la prenotazione dell’esame e il Cup assegna la data del 17 febbraio 2026 cioè 11 mesi dopo la visita medica. Lo denuncia Rosario Gugliotta, presidente del comitato civico Articolo 32. «Le prenotazioni non si possono gestire come si trattasse di garantire l’ordine di arrivo in un ufficio postale. Vogliamo ricordare che il mancato rispetto nei tempi di attesa, oltre i limiti definiti dal medico di famiglia, si possono configurare come ritardo della prevenzione e cura» dice Gugliotta.