L’Anpi esprime grande soddisfazione per la partecipazione e il successo delle manifestazioni celebrative del 25 aprile. Allo stesso tempo, manifesta profonda preoccupazione per l’episodio accaduto a Ragusa durante la celebrazione: un giovane manifestante — al quale va tutta la nostra solidarietà —, in modo garbato e composto, esponeva un piccolo cartello formato A4 con la scritta: “Sono sobriamente antifascista.”
È stato avvicinato da poliziotti in borghese, che gli hanno chiesto i documenti e lo hanno invitato a ritirare il cartello. Un fatto grave. Forse qualcuno, impartendo certe direttive, dimentica che la nostra Costituzione — quella stessa Costituzione nata dalla Resistenza — è, orgogliosamente e irrevocabilmente, antifascista. Come ricorda l’Articolo 21 della Costituzione italiana:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è sempre stato celebrato con sobrietà, nel segno del rispetto e della memoria di chi ha sacrificato la propria vita per liberare il nostro Paese dall’oppressione nazi-fascista.
Quest’anno, la ricorrenza assume un valore ancora più profondo: ricorrono gli 80 anni dalla Liberazione e, contemporaneamente, il Paese è stato colpito dal dolore per l’improvvisa scomparsa di Papa Francesco, un uomo amato da milioni di persone per la sua umanità e il suo essere vicino agli ultimi.
Questo lutto ha reso il 25 aprile ancora più triste e raccolto. Tuttavia, in alcuni casi, la sua scomparsa è stata strumentalizzata per annullare eventi già programmati o per reprimere semplici e pacifiche espressioni di cittadinanza.
Il presidente provinciale dell’Anpi, Gianni Battaglia, sottolinea: “Difendere la memoria significa anche difendere i principi fondamentali su cui si fonda la nostra Repubblica. La sobrietà non è silenzio o rassegnazione. La sobrietà è forza, è consapevolezza, è Resistenza”.