E’ iniziato come meglio non si poteva sperare il periodo dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima Addolorata a Comiso. L’incontro (nella foto) promosso dall’Azione cattolica parrocchiale e dai convegni di cultura Maria Cristina per conoscere meglio la vita del beato Carlo Acutis è stato seguito con grande interesse dalla comunità dei fedeli, presente il parroco, il sacerdote Fabio Stracquadaini, in occasione dell’appuntamento ospitato nella basilica di Santa Maria delle Stelle, chiesa Madre di Comiso. Cecilia Galatolo, dottoressa in comunicazione sociale istituzionale della Chiesa, ha spiegato con un linguaggio semplice, diretto, ma pieno di contenuti e di esperienze personali, la figura del giovane beato Carlo. Ha fatto conoscere più da vicino a tutti i presenti questo ragazzo che, pur non facendo nulla di particolare, così come tanti altri ragazzi, ha però insegnato a chi gli stava vicino, e a chi man mano lo ha conosciuto, che ciò che conta non è l’io ma Dio.
“Già dall’età di sette anni, quando per la prima volta ha ricevuto l’Eucaristia – è stato raccontato durante l’incontro – Carlo ha capito che, grazie al suo rapporto con Gesù e stando davanti al tabernacolo tutti i giorni, avrebbe potuto alleviare i pesi della sua giovane vita”. Ecco perché l’interrogativo che ci si è posti durante l’incontro con Cecilia Galatolo è stato quello di comprendere se si è sicuri di mettere Dio al centro e non l’io. Alla fine, la relatrice, che ha scritto diverse pubblicazioni su Carlo Acutis, è stata ringraziata dai numerosi presenti per avere garantito una serie di interessanti spunti di riflessione all’inizio di questo mese speciale dedicato alla Madonna.