Un sorriso promesso, pagato a caro prezzo, ma mai realizzato. È quanto stanno vivendo decine di pazienti siciliani che si sono affidati alle cliniche dentistiche Visodent, ora finite al centro di un’indagine della Procura di Catania per una presunta truffa. Interventi mai eseguiti, sedi chiuse senza avvisi, prestiti attivi per cure mai iniziate: le segnalazioni si moltiplicano, con numerosi cittadini coinvolti anche nel territorio di Modica.
Tra le sedi della rete Visodent coinvolte, figura anche quella di Modica. Da qui provengono diverse testimonianze di pazienti che, dopo aver versato consistenti anticipi per trattamenti odontoiatrici – soprattutto impianti dentali – si sono ritrovati con nulla in mano. Alcuni raccontano di essere arrivati in clinica per un appuntamento già fissato e trovare le porte chiuse, senza alcuna comunicazione ufficiale.
«Siamo stati sommersi dalle segnalazioni da tutta l’isola, comprese Modica e il territorio ibleo», denuncia MANFREDI ZAMMATARO, segretario regionale dell’associazione Codici Sicilia. A fargli eco ALFIO LA ROSA di Federconsumatori Sicilia: «È un déjà vu, simile al caso Dentix. Pazienti beffati due volte: niente cure e prestiti da restituire».
I
Fra i tanti casi segnalati c’è quello di TIZIANA COPPOLA, che si era rivolta alla sede di Catania per un impianto dentale dal costo di 4.000 euro, pagabile a rate tramite finanziamento. «Dopo la firma del contratto – racconta – ho ricevuto soltanto una pulizia. Poi, silenzio». Trasferita da una sede all’altra, ha visto chiudere ogni porta. «Quando andavo, trovavo sempre la serranda abbassata. Ho capito che qualcosa non andava».
La catena Visodent, attiva in più centri della Sicilia tra cui Palermo, Catania, Trapani, Messina e appunto Modica, rischia ora di affrontare gravi conseguenze legali. I pazienti lamentano anche la mancata restituzione della documentazione clinica, rendendo ancora più difficile rivolgersi ad altri professionisti per proseguire le cure.
Le associazioni dei consumatori chiedono l’immediato blocco dei finanziamenti attivi e l’avvio di un procedimento che tuteli le persone coinvolte. Per tanti cittadini, oltre al danno economico, resta il peso di un trauma psicologico: «Non ci hanno solo preso i soldi – dicono – ci hanno tolto la fiducia».