A fine maggio sono terminati i 4 anni di libertà vigilata per Giovanni Brusca (nella foto), il boss di San Giuseppe Jato che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando che fece esplodere l’autostrada nei pressi di Capaci, in uno degli attentati più sanguinosi della storia italiana.
Nella strage persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Brusca, responsabile di oltre 100 omicidi, ha scontato 25 anni di carcere e ha collaborato con la giustizia dopo un iniziale falso pentimento. Dal 2021 era in libertà vigilata: oggi, con la fine di quella misura, è un uomo libero. Continuerà a vivere sotto falsa identità e protetto dal programma di protezione. Una notizia che riapre ferite profonde nella memoria del Paese.