Un cittadino, poco più che cinquantenne, ha sempre svolto lavori pesanti. Mancano ancora molti anni alla pensione ma i dolori alla colonna vertebrale e la ridotta mobilità del tronco rischiano di peggiorare al punto da impedirgli l’attività lavorativa.
Il suo medico curante, constatando la severità dei disturbi prescrive una visita specialistica.
A seguito della visita all’ambulatorio di ortopedia e traumatologia risulta positivo allo specifico esame “Lasegue” e pertanto gli viene prescritta una ulteriore visita ( in questo caso neurochirurgica) entro dieci giorni. A quel punto l’utente inizia a richiedere una prenotazione per un neurochirurgo. Dopo un primo diniego, l’uomo si rivolge ad un’altra struttura e in quell’ufficio gli viene risposto che le liste sono chiuse (per altro in plateale violazione di legge che potrebbe configurare una interruzione di pubblico servizio). Lo denuncia il comitato civico Articolo 32.
“Appena ho ricevuto la segnalazione, in qualità di presidente del comitato civico Articolo 32 – dice Rosario Gugliotta – ho deciso di recarmi personalmente in altre strutture di prenotazione per rendermi conto dei motivi di tale abuso. Ebbene posso affermare, perché mi è stato personalmente confermato, che l’azienda sanitaria di Ragusa non è in grado di garantire in alcun modo una visita neurochirurgica neppure in regime di convenzione con strutture private. Insomma l’utente viene invitato a provvedere per conto proprio. A questo punto mi chiedo perché il sistema di prenotazioni non è collegato al cosiddetto “sovracup” che dovrebbe informare gli utenti sulla disponibilità nelle altre province dell’isola. Siamo dinnanzi ad una ignobile vergogna, un cittadino abbandonato a se stesso, una rete pubblica inefficiente che non garantisce una prestazione sanitaria di media complessità. In questa situazione i vertici aziendali sono in grado di affermare che a Ragusa il sistema di prenotazioni sanitarie è accettabile per un paese che si definisce civile e moderno ?”.