E’ finito con la condanna alla pena di due anni e sei mesi di reclusione il processo davanti al Tribunale collegiale di Ragusa presieduto dal giudice Vincenzo Ignaccolo (subentrato alla collega Antonella Frizilio trasferita a Firenze) a carico del ventitreenne guineano arrestato il 22 gennaio dell’anno scorso dai carabinieri della Compagnia di Ragusa in flagranza di reato per il tentato sequestro di persona di un bambino di tre mesi.
Al termine della requisitoria il pm Gaetano Scollo aveva chiesto la condanna del giovane a 18 mesi di reclusione. Nel corso dell’istruttoria è stato sentito lo specialista ragusano Giuseppe Asaro, a cui è stato affidato l’incarico su richiesta dell’avvocato difensore Simona Cultrera. Il perito ha dichiarato che l’imputato non è pericoloso socialmente ed è capace di partecipare al processo e che non era pericoloso anche all’epoca dei fatti. L’imputato, ancora in carcere, ha reso dichiarazioni spontanee dicendo che non voleva sequestrare o rapire il neonato. L’arresto è scattato a seguito della segnalazione al 112 di alcuni testimoni, che avevano riferito che un extracomunitario stava cercando di sottrarre un minore ad una donna nei pressi del locale centro vaccinale dell’Asp 7, in via Aldo Licitra, i carabinieri intervenuti sul posto, notavano subito la presenza di una donna in lacrime ed il marito di origine albanese, che teneva in grembo un neonato. Insieme a lei il marito ed un’altra figlia di tre anni, mentre poco distante c’era l’extracomunitario tenuto lontano dai presenti. I militari, nella circostanza, hanno appurato che poco prima l’uomo aveva tentato di strappare dalle braccia della madre il neonato. Per tali ragioni, i carabinieri intervenuti, con l’ausilio di agenti della polizia di Stato in servizio logistico in transito nella zona ed avvicinatisi poiché attirati dal trambusto, provvedevano a bloccare il guineano. Nella penultima udienza sono stati sentiti i genitori del bambino che non si sono costituiti parte civile.