E’ finita con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati davanti al Tribunale collegiale di Ragusa, per il 19 settembre, l’udienza davanti al gup del Tribunale, Eleonora Schininà, per i titolari della casa di riposo “Villa Ortensia”, Margherita Di Raimondo, ed il compagno, Salvatore Germanà ed altri sette imputati denunciati a piede libero. I due coniugi sono finiti agli arresti domiciliari a gennaio, e restano tuttora agli arresti in casa, nell’ambito dell’inchiesta dei Nas dei carabinieri per maltrattamenti ed abbandono di persona incapace. In prima battuta il gup ha preso atto che la Corte d’Appello di Catania ha respinto mercoledì scorso l’istanza di ricusazione fatta dai difensori dei due coniugi, gli avvocati Giuseppe Lipera e Vincenza Forte. I legali hanno già depositato ricorso in Cassazione contro la decisione dei magistrati catanesi rilevando che la difesa, prima dell’udienza preliminare aveva richiesto al nuovo giudice la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, evidenziando la totale assenza di esigenze cautelari anche perché la casa di riposo è sotto sequestro, ma l’istanza è stata rigettata il 6 giugno. In virtù di questo atto di rigetto, il gup per la difesa “ha manifestato palese pregiudizio nei confronti dei due imputati”. Adesso toccherà ai giudici romani decidere in ultima battuta.
Ad inizio di udienza i familiari delle persone offese si sono costituite parti civili con gli avvocati Michele Sbezzi, Claudio Zago, Francesco Gurrieri, Giuseppe Frasca ed Angelo Modica. La difesa degli imputati, oltre ai citati Lipera e Forte, anche gli avvocati Enrico Cultrone, Fabrizio Cavallo, Alessandro Agnello, Vanessa Alecci, Rosario Schembari e Pasqualino Cilia, ha chiesto il non luogo a procedere mentre il pm Ottavia Piccolo, il rinvio a giudizio. Davanti al gup Schininà sono comparsi anche gli altri imputati raggiunti da misure interdittive tra gli 8 ed i 12 mesi.