Nel luglio dell’anno scorso era stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, i genitori, ed ai luoghi da loro frequentati con applicazione del braccialetto elettronico. Oggi il pm Nadia Emmolo ha chiesto la condanna a 3 anni e mezzo di reclusione a carico di un comisano ventinovenne, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate nei confronti della mamma e del padre.
Il giudice del Tribunale di Ragusa, Maria Rabini, alla luce della remissione di querela, ha dichiarato il non doversi procedere per le lesioni in quanto non aggravate ed anche per lo stalking. Come richiesto dall’avvocato difensore Marco Biagio Giudice, infatti, il reato di maltrattamenti è stato derubricato anche alla luce delle testimonianze della mamma e del fratello dell’imputato. Con la doppia assoluzione è caduta la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai genitori ed al divieto di dimora a Comiso.
Per l’accusa, nell’anno scorso, l’uomo si era reso responsabile di gravi episodi di maltrattamenti nei confronti dei genitori, in quanto con più azioni esecutive, anche in stato di alterazione psico-fisica per abuso di alcol e sostanze stupefacenti, ha maltrattato i genitori reiterando una serie di condotte vessatorie caratterizzate da violenze psicologiche, fisiche e verbali.
Alla luce dei gravi episodi di violenza ed a seguito di un intervento degli agenti della Squadra Volante del Commissariato di Comiso per lite in famiglia avvenuto il 17 giugno dell’anno scorso, i familiari erano determinati a sporgere querela nei confronti del figlio, ragion per cui il soggetto era stato denunciato per il reato di maltrattamenti verso familiari e conviventi e lesioni aggravate. Reati adesso caduti in aula come richiesto dall’avvocato Marco Giudice.