L’ex comandante della polizia locale, Saro Cannizzaro, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. “Oggi, dopo circa un mese dai fatti – sottolinea – sento il bisogno di fare chiarezza su una questione che ha generato non poche polemiche. Non intendo difendere me stesso, ma i miei colleghi, e lo faccio ora che posso parlare senza freni inibitori. La vicenda è nota: un’operatrice di uno dei trenini lillipuziani che operano a Modica ha fotografato e poi pubblicato su Facebook un post accusatorio nei confronti di una mia collega mettendola alla gogna davanti all’opinione pubblica. La “colpa”? Aver “autorizzato” momentaneamente la sosta di un veicolo con a bordo una persona disabile. È bene precisare che il veicolo non era in possesso del pass, ma la mia collega ha agito per dare la possibilità al disabile di recarsi per soli cinque minuti al vicino comando di polizia locale. Ho letto il post e, a prescindere, ho voluto sentire la mia collega. Le sue motivazioni mi hanno trovato pienamente d’accordo. Si è trattato di una decisione presa in una situazione di necessità, una scelta umana, seppur in un contesto che formalmente poteva apparire irregolare”.
“Ora, però – prosegue Cannizzaro – sono io a porre due domande dirette all’operatrice in questione, che so essere un’incaricata alla vendita dei biglietti per il trenino: perché, se sconosci i contenuti delle motivazioni che hanno indotto la mia collega a far sostare, seppur in maniera non del tutto regolare, il disabile, hai fatto questa denuncia pubblica? Prima di giudicare e di mettere alla gogna pubblica, non sarebbe stato più opportuno informarsi sulle circostanze che hanno portato a quella decisione? Visto che siamo tutti paladini della giustizia, con che tipo di contratto operi (se un contratto esiste)? Troppo facile puntare il dito sulle presunte irregolarità altrui, mentre magari la propria posizione non è cristallina”.