“Abbiamo ricevuto risposta dall’Asp di Ragusa in merito alla segnalazione trasmessa da Ance Sicilia sulla gara per l’intervento di miglioramento sismico dell’ospedale “M.P. Arezzo”, con la quale l’azienda sanitaria ribadisce la scelta del massimo ribasso come la migliore per l’interesse pubblico. Continuiamo tuttavia a ritenere questa scelta, pur astrattamente legittima, assolutamente inopportuna per un appalto pubblico di così rilevante entità economica e impatto sociale”. Lo dice il presidente di Ance Ragusa, Giorgio Firrincieli (nella foto), che aggiunge: “Sappiamo bene che la norma consente, in via residuale, il ricorso al criterio del massimo ribasso, ma proprio per il principio del risultato, oggi sancito dall’articolo 1 del Codice dei Contratti, le stazioni appaltanti dovrebbero tendere alla massima qualità e sicurezza, soprattutto in ambito sanitario. Il ribasso fine a se stesso, infatti, è una scorciatoia pericolosa”. Ance Ragusa contesta dunque nel merito la valutazione dell’Asp, secondo cui l’intervento non sarebbe “a contenuto tecnologico o innovativo” e rientrerebbe in attività edilizie ordinarie. “Al contrario – prosegue Firrincieli – si tratta di un intervento di miglioramento sismico su un presidio ospedaliero attivo, con implicazioni dirette sulla sicurezza strutturale, sulla continuità dei servizi sanitari e sull’organizzazione logistica dei cantieri in presenza di pazienti e operatori. Parliamo infatti di un appalto sopra soglia, con valore di oltre 11 milioni di euro, su un edificio pubblico complesso e strategico: sostenere che non vi sia un contenuto tecnologico e che non si debba valutare la qualità dell’offerta equivale, a nostro avviso, a sottovalutare la portata dell’intervento”.
Il Codice dei Contratti (art. 108), come ricordato anche da Ance Sicilia nella sua nota del 21 luglio scorso, indica chiaramente che per lavori complessi va privilegiato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (Oepv), perché solo questo consente di selezionare imprese che offrono non solo un prezzo competitivo, ma anche soluzioni tecniche efficaci, sostenibili e durature. In aggiunta, come sottolineato da ANCE Sicilia, anche il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria, sentenza n. 8 del 21 maggio 2019), pur riferendosi al vecchio Codice dei contratti (D.Lgs. 50/2016), ha enunciato principi estendibili anche all’attuale normativa. In particolare, ha affermato che l’utilizzo di criteri di aggiudicazione non basati esclusivamente sul prezzo, ma anche su elementi qualitativi (come innovazione tecnologica, efficienza energetica, tutela della sicurezza e delle condizioni economiche dei lavoratori), risponde a obiettivi di politica pubblica sovranazionale recepiti dalle direttive UE del 2014 e, successivamente, nel Codice dei contratti nazionale. Tali scelte sono inoltre coerenti con imperativi costituzionali, in particolare con l’art. 41, comma 2, della Costituzione, che subordina l’attività economica all’utilità sociale e al rispetto della sicurezza, libertà e dignità umana, ponendo l’interesse pubblico e la tutela del lavoro al centro delle procedure di affidamento. Non va inoltre ignorato quanto già chiarito dall’Anac, secondo cui l’urgenza o i vincoli temporali sui finanziamenti non possono giustificare il ricorso automatico al massimo ribasso, né tantomeno l’assenza di una valutazione qualitativa dell’offerta.
“Riteniamo che la decisione dell’Asp – conclude il presidente – pur legittima formalmente, sia sbagliata nel merito e nel metodo e rischia di fare rimanere un’opera incompiuta. Una scelta che denunciamo dunque come inaccettabile soprattutto oggi, quando si parla tanto di rigenerazione pubblica, Pnrr, sicurezza nei cantieri, sostenibilità e qualità degli investimenti. Continueremo, con forza, a batterci per una Pubblica Amministrazione che premi l’impresa capace, non solo quella più economica”.