La festa della Madonna della Neve, patrona di Giarratana, trova ogni anno il suo culmine in un articolato programma di eventi che uniscono la comunità in un abbraccio di devozione, cultura e gioia condivisa. L’edizione conclusasi ieri si è distinta non solo per la folta partecipazione, ma anche per l’intensità delle emozioni e la ricchezza delle iniziative, culminando in una fase conclusiva di rara suggestione. Dopo i momenti suggestivi della mattina, nel pomeriggio, le vie del paese si sono animate di suoni, colori e riti che affondano le radici nella tradizione popolare. Il corpo bandistico Bellini di Giarratana ha iniziato il suo giro per le strade cittadine, regalando ai presenti l’esecuzione di marce sinfoniche che, tra le antiche mura e i vicoli tortuosi, hanno risuonato come un inno corale alla Madonna. Questa nota introduttiva, carica di significato, ha dato il via all’intenso pomeriggio di festa. Subito dopo, il ritmo si è fatto più incalzante con la sfilata dei tamburi di Giarratana lungo il corso XX Settembre e il corso Umberto I. Il battito cadenzato dei tamburi, unito all’entusiasmo della comunità, ha creato un’atmosfera di attesa e coinvolgimento che ha travolto i presenti, giovani e meno giovani, tutti uniti nello stesso sentire.

Poco dopo, si è svolta la tradizionale “cena”, ovvero la vendita all’asta dei doni offerti dai fedeli sul sagrato della chiesa Madre: un momento di solidarietà e condivisione che, tra rilanci e gesti generosi, ha testimoniato ancora una volta il legame profondo tra la città e la sua patrona. In serata, la chiesa Madre si è riempita di fede e raccoglimento per la solenne celebrazione eucaristica. La partecipazione è stata numerosa: fedeli, autorità civili e militari hanno preso parte con devozione al rito centrale della festa, che ha richiamato il senso autentico della giornata. Ma il momento più atteso è giunto quando la processione vespertina è partita dalla chiesa Madre. La statua della Madonna della Neve, portata a spalla e circondata da una folla commossa, ha sfilato tra le vie del paese, accompagnata dal profumo dei fiori e dalla luce calda della pubblica illuminazione cittadina. Tutto il paese si è stretto attorno alla sua patrona, in un corteo che ha rappresentato un vero e proprio atto di affidamento comunitario. Il momento clou della serata si è consumato in tarda serata nella suggestiva cornice della basilica di Sant’Antonio Abate. Qui si è svolto il rito della “Trasuta”, il tradizionale rientro solenne della Madonna della Neve, portata a spalla dagli uomini e dalle donne di Giarratana e accompagnata dall’intenso canto del Magnificat, eseguito dal vivo dalla soprano Lina Pluchino. Il fascino della cerimonia è stato amplificato da un suggestivo gioco di luci sulla facciata della basilica e dalla rievocazione della nevicata, curata meticolosamente dalle ditte Ragusa Eventi scenografici e Genio Service.

Un momento (nelle foto di Alessandro Pantano) che ha saputo coniugare fede e spettacolo, con la folla che ha seguito in silenzio e commozione il rientro della patrona, mentre veniva eseguito il brano inedito “Canta, splendore dell’umanità”, su testo di don Marco Fiore e musica del maestro Francesco Giaquinta, a suggello della solennità della serata. All’una e un quarto di notte, quando l’emozione della processione era ancora viva, la festa ha raggiunto la sua esplosione finale con uno spettacolo pirotecnico di circa quindici minuti in contrada Presti-Cianazzu. A realizzarlo, la premiata ditta La Rosa International Firework di Lorenzo e Paolo La Rosa da Bagheria, che ha saputo stupire i presenti con giochi di luce, colori e forme che hanno acceso il cielo sopra la cittadina. Le esplosioni coreografiche, accompagnate da applausi e sguardi incantati, hanno simbolicamente chiuso un’edizione della festa della Madonna della Neve tra le più riuscite e partecipate degli ultimi anni.

A sostenere mediaticamente le iniziative l’impresa Gali group trasporti & logistica di Ispica. L’elevato numero di partecipanti, la cura delle iniziative e la coralità di una comunità che ha saputo ancora una volta stringersi attorno alla propria patrona sono segnali incoraggianti, che fanno ben sperare per il futuro di questa tradizione centenaria. La fase conclusiva della festa, con la sua scenografica sequenza di riti e spettacoli, resterà a lungo impressa nella memoria di chi vi ha preso parte, testimoniando la vitalità e la bellezza di una delle celebrazioni più amate della provincia ragusana.