Suicida in carcere Stefano Argentino, il 27enne di Noto che aveva assassinato a Messina Sara Campanella. Nel pomeriggio, intorno alla diciassette, Argentino si è allontanato dai suoi compagni, è stato trovato poco dopo da alcuni agenti della polizia penitenziaria ormai senza vita.
Il 27enne, che era detenuto al Gazzi di Messina, dopo essersi dichiarato colpevole era in attesa del processo: come confermato da fonti all’interno del carcere, mercoledì pomeriggio si sarebbe chiuso in bagno e si sarebbe impiccato con le lenzuola. Con lui un altro detenuto più anziano che tuttavia non si sarebbe accorto di niente.
A settembre sarebbe dovuto iniziare il processo con rito immediato per il femminicidio. Sul banco degli imputati proprio il giovane reo confesso al quale venivano contestate anche le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. La Procura sosteneva che avesse agito per motivi abietti e futili, quali il non accettare il fatto che Sara Campanella non volesse intrattenere alcun rapporto con lui e non gli avesse risposto a un messaggio.
Al 27enne era stata negata la perizia psichiatrica chiesta dal suo legare difensore, l’avvocato Giuseppe Cultrera. Tra i motivi il fatto che avrebbe cercato su internet alcune tipologie di coltelli, l’arma con la quale la giovane Sara è stata ammazzata. Questa circostanza ha spinto così spinto gli inquirenti a credere che avesse intenzione di commettere l’omicidio già mesi prima.