Straziante funerale questa mattina a Comiso. I parenti hanno voluto salutare per l’ultima volta Carlotta Puccia, la bimba di due anni che ha perso la vita in occasione dell’incidente stradale di domenica scorsa sulla Ragusa Catania. A rendere onore alla piccola anche la sindaca, Maria Rita Schembari, la cui Giunta municipale, per la triste circostanza, ha proclamato il lutto cittadino.
Non c’erano i genitori, che versano ancora in gravi condizioni. Il padre ha subito nelle ultime ore la terza operazione ma i sanitari assicurano che sia verso la via della ripresa. La madre, invece, è ancora in coma farmacologico nel tentativo di farla riprendere dai gravi traumi che ha subito. La comunità comisana è affranta per la drammatica vicenda che ha tenuto e continua a tenere tutti con il fiato sospeso.
A celebrare la funzione don Enzo Barrano, che ha rivolto parole di conforto e riflessione sul dolore e sulla fede:
“In questo momento il silenzio è sacro e ogni parola umana non ha nessun diritto di infrangere questo silenzio sacro perché non c’è parola umana che possa adeguatamente consolare un dolore così grande. Tuttavia, la parola di Dio questo silenzio lo può infrangere perché solo la parola di Dio ha il potere di sollevare, consolare vuol dire sollevare l’animo a Dio e aprirlo, per cercare in lui la forza di andare avanti. Siamo consapevoli che la storia umana contiene tanti ‘nonsenso’; la storia umana ha così tanti ‘nonsenso’ ed è così anche per la nostra storia personale. Anche questa morte è un nonsenso, ma parola di Dio risponde a questi ‘nonsenso’ della nostra storia. L’Agnello immolato, che ha dato la sua vita per noi prendendo su di sé il ‘nonsenso’ per eccellenza, il peccato… Ecco, lui ha vinto. Lui ha saputo donarci la vittoria. Per cui questa parola di Dio vogliamo coglierla come un seme che viene seminato nel cuore di ciascuno di noi. E come un seme piano piano comincerà a sprigionare la sua potenzialità e a trasformare questo dolore in una grande speranza, che è certa: la nostra piccola Carlotta è rivolta verso il Padre che la tiene tra le sue braccia”.
Il sindaco Maria Rita Schembari aggiunge: “Voglio ringraziare di cuore il soccorritore Angelo Roccaforte, che ha avuto la forza di irrompere in questo silenzio e di dire a tutti coloro che senza sapere parlano e straparlano, che è stato lui ad intervenire per primo, che lui ha tirato fuori dall’auto il corpicino senza vita, che era legato a norma di legge nel seggiolino sul sedile posteriore dell’auto, e che la mamma era seduta accanto a lei. Ogni altra elucubrazione è pura fantasia e dobbiamo smetterla tutti di elevarci a giudici sentenzianti, quando non sappiamo o non siamo competenti. Se abbiamo energie da spendere, congiungiamo le mani e preghiamo con tutta la forza della nostra fede affinché la mamma e il papà di questo piccolo angelo possano presto riprendersi”.
Sull’altare, davanti alla piccola bara bianca, un disegno realizzato con le manine colorate dei compagnetti di scuola della piccola. Un ultimo saluto pieno di affetto e innocenza.