A Fanello, il Bronx di Vittoria, il messaggio criminale a un centinaio di metri dal commissariato. Lo evidenzia il giornalista antimafia Giuseppe Bascietto che scrive ancora sul sequestro del giovane 17enne dei giorni scorsi.
“La notte – sottolinea Bascietto nel suo profilo social – inghiotte Vittoria quando un’auto scura si ferma davanti a un capannone del quartiere Fanello, il Bronx della città. Il motore resta acceso per pochi istanti, poi il portellone si apre. Un ragazzo scende, spinto con un gesto secco. Non porta ferite visibili, ma lo sguardo è vuoto, il passo incerto. Alle sue spalle, la macchina riparte lenta, inghiottita dal buio. Non è un rilascio casuale. È un atto di regia criminale. Quel capannone appartiene a Massimo Leggio, cugino di Gianfranco Stracquadaini: entrambi arrestati dalla Questura di Ragusa il 19 maggio 2021, accusati – a vario titolo – di furti aggravati, ricettazione, riciclaggio e persino del progetto di uccidere due collaboratori di giustizia. Il ragazzo viene lasciato lì, davanti a un presidio di potere riconosciuto”.
“Ottanta, forse cento metri appena dal commissariato di polizia – continua ancora Bascietto – Cinque, sei pali della luce, quindici metri ciascuno, separano contrada Fanello, il Bronx criminale, dalle mura dello Stato. Un confine ridicolo, eppure sufficiente per trasformarsi in sfida. Il messaggio è chiaro: “Siamo qui, sotto i vostri occhi. Decidiamo noi tempi e luoghi. Voi potete solo guardare”. Il sequestro non è un avvertimento isolato, ma un test di dominio sulla città. L’azione è rapida, chirurgica, seguita da una liberazione calcolata al millimetro: non per restituire, ma per dimostrare. Vittoria capisce. Perché il rilascio a pochi passi da un commissariato non è una coincidenza, ma la prova che il territorio resta segnato da presidi mafiosi capaci di trasformare perfino la restituzione di una vittima in messinscena”.