Per la morte di una sessantenne nata in Russia ma residente a Modica, deceduta il 18 giugno 2022, sono finiti sotto processo il primario e tre dottoresse in servizio all’epoca all’ospedale “Maggiore” di Modica. Il primo, difeso dall’avvocato Giuseppe Pellegrino, ha scelto il rito abbreviato ed è stato assolto mentre per le tre donne è stato disposto il non luogo a procedere. Per tutti la formula utilizzata da gip del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti, è stata la stessa: “perché il fatto non sussiste”.
A chiedere il processo nell’ottobre dell’anno scorso è stato il sostituto procuratore Martina Dall’Amico. Per l’accusa avrebbero anticipato in modo significativo la morte della sessantenne. Le tre dottoresse sono state difese dagli avvocati Gianluca Gulino, Salvatore Rustico e Paolo Pileri. Anche il pubblico ministero d’udienza, Gaetano Scollo ha chiesto l’assoluzione per il primario ed il non luogo a procedere per i tre medici del reparto che avrebbero dimesso la donna il 19 gennaio del 2021. Parte offesa la figlia della sessantenne assistita dall’avvocato Giovanni Di Pasquale.
Ai medici veniva contestato il reato previsto dall’articolo 590-sexies del Codice penale, ovvero responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario che non riguarda la procedibilità di un reato, ma stabilisce condizioni di non punibilità per l’esercente la professione sanitaria. Nello specifico, non è punibile la colpa per imperizia (e non per negligenza o imprudenza) se l’evento è causato dal rispetto di linee guida o buone pratiche clinico-assistenziali adeguate al caso. La procedibilità dei reati di lesioni o omicidio colposo in ambito sanitario è quindi legata all’accertamento di questa causa di non punibilità. La funzione della norma dell’articolo 590-sexies interviene sulla punibilità dell’esercente la professione sanitaria, non sulla sua procedibilità.