Il processo a carico di un 35enne accusato di avere ucciso un pony alla periferia di Acate è stato rinviato al 2 febbraio. L’udienza di ieri è slittata a causa di un difetto di notifica alle parti offese. Si tratta di un caso di crudeltà inaudita sugli animali. L’uomo, infatti, è accusato di aver trascinato per oltre 5,4 chilometri una pony femmina di 10 anni, legata prima con una lunga cavezza e poi con una corda allo sportello posteriore della sua auto, fino a lasciarla agonizzante e senza soccorso in contrada Bosco Grande, ad Acate.
Secondo quanto ricostruito, l’animale sarebbe stato costretto a seguire l’auto per oltre 15 minuti, finendo trascinato a terra a peso morto. Nonostante le condizioni gravissime, l’uomo avrebbe proseguito per altri 850 metri, abbandonando infine il pony in fin di vita. Trovato dopo circa tre ore dal personale veterinario dell’Asp di Ragusa, l’animale è stato sottoposto a eutanasia per porre fine a sofferenze irreversibili.
In vista del processo, quattro associazioni animaliste – Le Aristogatte, Teg4Friends, L’Altra Zampa e PantelleriaBau – hanno annunciato la loro costituzione di parte civile. L’obiettivo è dare un segnale forte alla società e sensibilizzare sul valore etico e giuridico della tutela degli animali. “Gli animali devono essere trattati con dignità e rispetto – sottolineano i presidenti delle associazioni Vera Russo, Alessandro Tringale, Emanuela Tosto e Nathalie Genovese –. Con questa azione vogliamo ribadire che comportamenti come questi rappresentano non solo un reato, ma anche una profonda violazione dei principi di civiltà”.
L’avvocata Tania Cipolla, già parte civile in un procedimento parallelo, ha evidenziato come le prove a carico dell’imputato siano schiaccianti: durante le indagini aveva chiesto di patteggiare, ma la richiesta è stata respinta per la gravità dei fatti.