Si è conclusa nel modo più tragico la vicenda di Marianna Bello, la trentottenne madre di tre figli scomparsa lo scorso 1° ottobre dopo essere stata travolta dall’ondata di piena durante l’alluvione che ha colpito la zona di Cannatello, a Favara.
Il suo corpo è stato ritrovato, oggi, domenica 19 ottobre, dopo 19 giorni di ricerche ininterrotte, incastrato tra i canneti nei pressi di un torrente che confluisce nel fiume Naro, tra Zingarello e Cannatello.
A fare la terribile scoperta è stato un gruppo di cacciatori, che ha subito allertato le forze dell’ordine.
Sul posto sono intervenuti polizia, vigili del fuoco, guardia di finanza, sanitari del 118 e il pubblico ministero di turno. La zona è stata transennata e interdetta al traffico per consentire i rilievi.
Il riconoscimento del corpo è avvenuto grazie ai tatuaggi della donna, uno dei quali ben visibile sul polso. I familiari, giunti sul luogo del ritrovamento, hanno vissuto momenti di straziante dolore quando è arrivata la conferma che quel corpo, ormai senza vita e privo di vestiti, era proprio quello di Marianna.
Solo pochi giorni fa, le squadre speleo-alpine-fluviali dei Vigili del Fuoco erano tornate a perlustrare il corso del fiume, sperando ancora di trovarla viva.
Marianna Bello, residente ad Agrigento, era uscita di casa la mattina del nubifragio e non aveva più fatto ritorno. Da allora, la città aveva seguito con angoscia le ricerche, mentre i familiari — assistiti dall’avvocato Salvatore Cusumano — avevano ringraziato volontari e soccorritori e annunciato un esposto alla Procura per accertare eventuali responsabilità nella gestione dell’emergenza.
Con il ritrovamento del corpo, si chiude una pagina drammatica che ha scosso l’intera comunità agrigentina, un epilogo che lascia solo dolore e silenzio.