Qualità della Vita 2025: Ragusa all’82° posto in Italia, resta la prima in Sicilia. E’ questa la fotografia del report annuale promosso da Il Sole 24 Ore. C’è purtroppo un record negativo per l’istruzione, ma volano lavoro e sicurezza, almeno secondo i dati di analisi. La provincia iblea perde una posizione rispetto all’anno scorso, penalizzata dal crollo demografico e dalla carenza di offerte culturali. Se da un lato il territorio ibleo conferma la sua vivacità imprenditoriale e una sicurezza sociale invidiabile, dall’altro paga dazio su istruzione e servizi culturali, ambiti che la trascinano verso il fondo della classifica nazionale. Il posizionamento finale è la media di performance estremamente diverse tra loro. Ecco come si comporta Ragusa nelle sei categorie monitorate: Giustizia e sicurezza: 36° posto, Affari e lavoro: 62° posto, Ambiente e servizi: 70° posto, Demografia e società: 72° posto (-34 posizioni il crollo più preoccupante), Ricchezza e consumi: 92° posto, Cultura e tempo libero: 106° posto.
Ma dove eccelle l’area iblea? Nonostante la posizione globale medio-bassa, Ragusa vanta indicatori da “top ten” nazionale che raccontano un territorio resiliente e dinamico. Demografia giovane: Ragusa è al 4° posto in Italia per l’Indice di dipendenza degli anziani, con un indice di 34, la provincia iblea è decisamente più giovane della media nazionale (ferma a 41). Ottimo anche il quoziente di natalità, che la vede al 5° posto. Sicurezza: La percezione di sicurezza è alta. La provincia è 11ª per la bassa incidenza di truffe e frodi informatiche e 16ª per il basso numero di danneggiamenti. Energia Verde: l’impegno ambientale vede il 16° posto per energia elettrica da fonti rinnovabili. A pesare come un macigno sulla classifica finale sono le performance legate al capitale umano e al tempo libero, dove Ragusa tocca il fondo. Maglia nera nell’istruzione: il dato più allarmante riguarda l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Ragusa è 107ª su 107, ultima in classifica. Il 41% della popolazione tra 25 e 49 anni possiede solo la licenza media o inferiore, un divario enorme rispetto alla media nazionale del 25,6%. Deserto culturale: la macro-area “Cultura e tempo libero” vede Ragusa precipitare al 106° posto. Mancano le infrastrutture e la partecipazione: 101° posto per patrimonio museale e 105° posto per ingressi agli spettacoli. Anche la partecipazione elettorale è ai minimi storici (105ª). L’economia ragusana mostra due facce. Da un lato c’è una grande vitalità del mercato del lavoro: il settore “Affari e lavoro” guadagna buone posizioni, trainato da un basso ricorso alla Cassa Integrazione (8° posto in Italia) e da un tasso di disoccupazione giovanile contenuto al 13% (38° posto). Dall’altro, la ricchezza reale delle famiglie rimane bassa.
La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti è ferma a 15.590 euro (101° posto), ben lontana dalla media nazionale di oltre 21mila euro. Tuttavia, il costo della vita aiuta: l’inflazione è tra le più basse d’Italia (+1%, 23° posto) e il mercato immobiliare è accessibile (35° posto per accessibilità all’acquisto casa). Ragusa scala la classifica ambientale (+19 posti) grazie anche alle condizioni naturali. L’indice di salubrità dell’aria la colloca al 14° posto e il rischio idrogeologico è molto contenuto (19° posto per rischio alluvione). Tuttavia, i servizi faticano: la qualità della vita per i bambini è bassa (102° posto), così come la presenza di asili e servizi dedicati, riflettendo una realtà che, pur essendo demograficamente “giovane”, non sempre riesce a supportare adeguatamente le nuove famiglie. In sintesi la provincia di Ragusa si conferma un’eccezione nel panorama siciliano per dinamismo demografico e sicurezza, ma il 2025 lancia un allarme chiaro: senza investimenti urgenti in formazione e cultura, il divario di competenze con il resto del Paese rischia di diventare incolmabile.









