Aggressione al Pronto soccorso di Modica: il direttore sanitario, Pietro Bonomo, ha rotto il silenzio e chiarisce l’iter avviato. Gli atti relativi all’episodio sono già stati trasmessi alla Procura della Repubblica e, sul versante organizzativo, è stato disposto il trasferimento della dipendente ospedaliera coinvolta, figlia della paziente e non in servizio al momento dei fatti, presso la sede di Scicli.
Sullo sfondo, il quadro normativo che negli ultimi anni ha progressivamente rafforzato la tutela del personale sanitario contro minacce e violenze in contesti ospedalieri. A pochi giorni dall’accaduto, Bonomo ricostruisce alcuni passaggi ritenuti significativi. La donna, appartenente all’area amministrativa, si sarebbe presentata con il camice, pretendendo una corsia preferenziale per la madre rispetto agli altri utenti in attesa. La tensione avrebbe preso corpo a partire da un richiamo al rispetto delle procedure e della sicurezza interna: il medico del Pronto soccorso si era recato in Cardiologia unicamente per consegnare la documentazione clinica necessaria a una consulenza, segnalando, nell’occasione, l’irregolarità del trasporto in barella della paziente effettuato dalla figlia fuori servizio, nonché la richiesta di priorità mentre il cardiologo era impegnato su un codice rosso.
Da quel momento, secondo quanto riportato, la situazione sarebbe degenerata all’interno dell’ambulatorio. Un altro familiare della paziente avrebbe colpito il medico con un pugno alla testa e uno al torace, provocandogli una contusione associata a dolore e difficoltà respiratoria. Nelle ore successive, una terza persona, anch’essa figlia della paziente, ha fornito una versione radicalmente diversa, dichiarando di essere lei la parte offesa: una narrazione respinta dal medico e, si legge, smentita dal cardiologo presente ai fatti. L’episodio è stato immediatamente segnalato alla Direzione sanitaria e alla Direzione del Pronto soccorso; il sanitario si è riservato di presentare querela. Bonomo, spiegando l’invio degli atti all’autorità giudiziaria, evidenzia come, alla luce degli elementi raccolti, sussistano i presupposti per l’attivazione delle tutele previste dalla normativa specifica contro le aggressioni al personale sanitario.








