Non si placa lo scontro istituzionale a Ispica. Dopo la decisione cautelare del TAR di Catania che ha momentaneamente reintegrato il Sindaco Innocenzo Leontini, i dieci consiglieri comunali che hanno votato la mozione di sfiducia rompono il silenzio. L’obiettivo è uno solo: ristabilire quella che definiscono la “realtà dei fatti” contro quella che etichettano come “propaganda” del primo cittadino.
I consiglieri Arena, Genovese, Ignaccolo, Monaca, Pierenzo Muraglie, Giuseppe Muraglie, Oddo, Sessa, Stornello e Sudano chiariscono immediatamente la portata del provvedimento giudiziario: “Leontini oggi governa non perché il Tar gli abbia dato ragione nel merito, ma esclusivamente perché è stata disposta una sospensione provvisoria della sfiducia in attesa dell’udienza fissata per il 24 febbraio 2026”.
Secondo l’opposizione, l’atteggiamento del Sindaco sarebbe segnato da una “gargantuesca arroganza” e da un sistematico stravolgimento della realtà, volto a dipingere i consiglieri come “sprovveduti”.
Il fulcro della contesa legale risiede nell’interpretazione dell’articolo 10 della Legge Regionale n. 35/1997, che vieta la sfiducia negli ultimi 180 giorni di mandato. I consiglieri spiegano che esistono due strade interpretative: basata sulla scadenza dei cinque anni dalle elezioni, che tiene conto del periodo di “prorogatio” in cui il Sindaco continua a esercitare pieni poteri fino alle nuove elezioni.
I dieci firmatari sottolineano come la loro scelta di procedere con la sfiducia sia supportata da una recente deliberazione della Corte dei Conti (n. 17/2025) e da un parere dell’Ufficio Legislativo della Regione Siciliana del 10 novembre 2025, il quale ammette la complessità della materia e auspica un chiarimento legislativo.
I dieci consiglieri chiudono con un duro affondo al profilo istituzionale di Leontini: “Auspichiamo che il Sindaco cessi il suo vaniloquio e pensi finalmente ad amministrare la nostra amata Ispica, che merita meglio di questo atteggiamento di tronfia e irridente sicumera. Non siamo né ignoranti, né vendicativi, né politicamente sprovveduti: abbiamo esercitato il nostro ruolo istituzionale”.
I consiglieri ribadiscono la loro piena fiducia nel Giudice Amministrativo e concludono con una sfida politica: “Non abbiamo paura del giudizio finale, né di quello dei cittadini. L’arroganza è solo rumore, la verità arriva sempre”.











