Sotto il cielo di Apeldoorn decolla Larissa Iapichino nel lungo, 22 anni e un’attesa spasmodica per il primo trionfo continentale. A Larissa bastano due tentativi per registrare la nuova rincorsa con cui Furlani (argento) aveva litigato venerdì, poi al terzo salto si prende la gara e l’Europa: stampando sull’asse di battuta uno stacco millimetrico (0,4 cm), atterra a 6,94 e ad appena tre centimetri dal suo primato, mentre la fuoriclasse tedesca Mihambo, regina di tutte le pedane, si smarriva nelle retrovie abbacinata — come tutto il palazzetto — dalla luce dell’azzurra, e poi strappava con le unghie un bronzo all’ultimo salto (6,88), di pura classe. «Mamma (Fiona May, ndr) è qui, ha vinto questo oro nel ’98 a Valencia con 6,91 e le avevo promesso che avrei fatto una misura migliore della sua — sorride Larissa sull’orlo delle lacrime —. Sono tanto stanca ma anche molto fiera di me». Lei non aveva avuto dubbi dall’inizio: «Questo è il mio momento» aveva detto a papà Gianni, originario di Vittoria, che la allena, dopo aver impresso nella sabbia la misura del trionfo. Aveva ragione (nella foto l’abbraccio tra Larissa e Fiona May).