Gazacola arriva finalmente anche a Ragusa e Catania. Un risultato possibile grazie alla collaborazione di tante persone che hanno formato un gruppo di acquisto. Un’iniziativa che permette di ricevere le prime lattine con i simboli della Palestina, portando un messaggio di solidarietà per un popolo che chiede soltanto di vivere in pace. Gazacola, infatti, non è solo una bevanda: è un gesto di supporto concreto al popolo palestinese. Un prodotto nato dal basso, dall’unione di persone che credono in un cambiamento reale. “È un modo per denunciare come alcune multinazionali finanzino le distruzioni – dicono i promotori del progetto, che nasce dal collettivo Estremo Sud e che poi ha coinvolto altre realtà del territorio – mentre noi scegliamo di agire con consapevolezza. Anche se Gazacola non si produce a Gaza, è di proprietà palestinese. È un simbolo potente: dimostra che, insieme, possiamo dare un sostegno tangibile, rompendo la dipendenza da un sistema globale che, con una mano, devasta, e con l’altra, si erge a ricostruire, alimentando un’industria umanitaria fittizia. Chi vuole la pace dei popoli non alimenta la guerra. In un’epoca in cui la bandiera di un popolo è stata bandita dai poteri dominanti, vogliamo far arrivare la voce di migliaia di innocenti che pagano il prezzo di un conflitto assurdo, dove il potere sacrifica civili come costi collaterali”.
Questa azione vuole anche stimolare una riflessione profonda su tre temi fondamentali: la consapevolezza del nostro ruolo di consumatori, il potere del boicottaggio come forma di resistenza pacifica e l’importanza di agire in gruppo. Essere consumatori critici significa, oggi più che mai, chiedersi cosa finanziano i nostri acquisti. Non basta sapere se un prodotto è sano: bisogna capire cosa si sta sostenendo con la propria scelta. Il boicottaggio, invece, si rivela uno strumento potente: ha già mostrato effetti concreti, come il calo delle entrate di multinazionali e il ritiro di alcuni sponsor dalla sponsorizzazione di squadre sportive dove ci sono ex militari o riservisti che si sono macchiati del sangue di innocenti. Allo stesso tempo, il boicottaggio può rafforzare le economie locali, favorendo piccole imprese e aziende dei territori, contrastando la cancellazione delle specificità territoriali, di cui parlò Pasolini, e sostenendo un modello di consumo più etico e sostenibile. Infine, il potere del gruppo: creare reti di acquisto aiuta a recuperare una dimensione umana del consumo. Si diventa dunque acquirenti più forti, capaci di scegliere dove e come acquistare, evitando di essere schiacciati dalle logiche del sistema che indeboliscono le piccole realtà e che allontanano dalla propria terra. “Vogliamo auto-ringraziarci perché in gruppo ci siamo autosostenuti – concludono – Un ringraziamento speciale va a PalestineHouse, un’associazione fondata da Osama Qashoo, “regista, attivista per i diritti umani e profugo palestinese originario di Nablus in Cisgiordania. Costretto a lasciare la Palestina più di 18 anni fa dopo essere stato incarcerato e torturato”. Quindi grazie a Qashoo e a Gazacola Italia, che ci hanno permesso di non rassegnarci all’idea che un “semplice” cittadino non può fare niente davanti al massacro ingiustificato di civili, soprattutto bambini. Infine, un grazie a chi sceglierà di comprare Gazacola: ogni lattina sosterrà gli aiuti umanitari già in corso a Gaza, in particolare l’arrivo di acqua potabile e la ricostruzione dell’ospedale ElKarama, il nostro obiettivo principale. Tutto il profitto delle vendite sarà devoluto a questa causa, perché crediamo che la solidarietà possa fare la differenza”.